A Budapest
L'Ungheria si prepara ad ospitare il Congresso per la seconda volta. Le circostanze storiche e sociali sono comunque totalmente differenti dalla situazione del 1938 quando si celebrò a Budapest il 34° Congresso Eucaristico Internazionale. Era il tempo in cui il mondo sentiva già l’avvicinarsi della guerra. La preghiera comune dei rappresentanti dei diversi popoli sotto la guida del Legato Pontificio, Eugenio Pacelli, è stata una grande risposta spirituale alle forze disumane che minacciavano la vita dei popoli. Ma, nonostante tutto, la guerra scoppiò e fu seguita dalle persecuzioni del regime comunista contro ogni forma di religione. In quella situazione tanto difficile, rimase vivo il ricordo del Congresso Eucaristico di Budapest come simbolo della forza, della verità e della misericordia irresistibile di Dio.
Nella situazione odierna, l'Ungheria è un piccolo Paese europeo senza costa marittima, senza grandi montagne e con una lingua molto diversa dalle lingue dei popoli circostanti. «Per tutto questo - afferma il Cardinale Erdő, arcivescovo di Budapest - abbiamo bisogno della luce della fede per sentire e approfondire la nostra fratellanza con tutti i popoli e non solo nel bacino dei Carpazi, bensì in tutto il mondo. La professione della nostra fede nell’Eucaristia deve essere coraggiosa, incoraggiante e gioiosa per tutta la nostra società».
In Europa
La società ungherese si inserisce in un contesto europeo assai secolarizzato. Per questo il Congresso Eucaristico internazionale vuole aiutare ad una professione chiara ed esplicita della fede insieme ad una necessaria testimonianza della carità verso i più poveri, i malati, gli handicappati e i gruppi etnici che vivono in gravi condizioni economiche e umane. Per questo, come motto del Congresso, è stato scelto il versetto del Salmo 86 (87): «Sono in te tutte le mie sorgenti».