21. MONTRÉAL (Canada) dal 7 al 11 settembre 1910.
Organizzato da: Mons. Bruchesi, arcivescovo di Montréal.
Presidente: Cardinale Vincenzo Vannutelli, Legato Pontificio e Mons. Heylen.
Segretari generali: M. Delcourt-Haillot e P. Alphonse Pelletier S.S.S.
Tema degli studi:
Il culto eucaristico nel mondo e in Canada;
relazioni tra il Sacro Cuore e la Madonna. la comunione precoce.
Sulle rive del fiume San Lorenzo
L’Arcivescovo di Montréal, Mons. Bruchesi, in occasione della presentazione delle credenziali del Legato pontificio per il Congresso Eucaristico Internazionale, così salutò il Cardinale Vannutelli: «Vostra Eminenza ricorderà certamente che durante l’indimenticabile Congresso Eucaristico di Londra, alla presenza dei rappresentanti di tutto il mondo cattolico, rispondendo a cordiali sollecitazioni, chiesi timidamente l’onore di un prossimo Congresso per il Canada, assicurando un’accoglienza straordinaria al divino Salvatore sulle rive del maestoso San Lorenzo. La risposta positiva alle mie preghiere mi ha commosso. E quando l’impegno del congresso si è rivelato con tutto il suo peso, Vostra Eminenza ci ha sostenuti, il Santo Padre ha benedetto il progetto ed ecco che oggi il sogno si realizza mentre inauguriamo qui a Montréal, il XXI Congresso Eucaristico Internazionale».
La preparazione del Congresso canadese fu particolarmente curata. Con il supporto delle autorità provinciali e il sostegno finanziario di molti cattolici, Mons. Bruchesi creò dei comitati che si prendessero cura di tutti i dettagli permettendo così al Congresso di Montréal di non essere secondo ad alcun altro sia nelle solennità esteriori che nei contenuti teologico-pastorali.
Il Cardinale Vincenzo Vannutelli, nominato per la sesta volta Legato pontificio, raggiunse il Canada imbarcandosi a Liverpooo. Al suo arrivo a Rimouski, nella Nouvelle France, fu accolto dall’Arcivescovo di Montréal e dalle autorità canadesi. Da lì, con il vapore Lady Grey giunse a Quèbec e, dopo due giorni di sosta per le visite di rito, sbarcò a Montréal dove la solenne accoglienza dovette essere limitata a causa di una pioggia torrenziale.
Dopo l’attracco del Lady Grey battente bandiera pontificia, al molo della città, il Cardinale Vannutelli raggiunse la City Hall, dove era stato predisposto un ricevimento pubblico nel corso del quale il porporato manifestò la sua gioia per la missione affidatagli dal Santo Padre.
La presentazione formale delle credenziali del Legato ebbe luogo nella Cattedrale di St. James la sera di martedì 6 settembre. Una volta compiute le consuete cerimonie, il cardinale Vannutelli rivolse ai presenti un cordiale indirizzo di saluto: «Il giorno in cui la divina provvidenza, alla fine del XV secolo, consentì la scoperta dell’America Dio disse alla sua Chiesa ciò che aveva detto al suo divin Figlio: “Io ti darò in eredità tutte le nazioni della terra… Ti darò le innumerevoli popolazioni di queste immense regioni ed esse si aggiungeranno a quelle che già sono in tuo possesso. Farò sorgere apostoli che dal Nord al Sud predicheranno il mio Vangelo in questi nuovi paesi. Essi parleranno altre lingue e per tutta la terra si diffonderà la verità di Dio”. In modo particolare qui, in questa meravigliosa valle del fiume San Lorenzo, sono giunti dalla Francia, nella prima metà del XVII secolo, degni campioni della fede e della civiltà che hanno trasformato in pochi anni l’isola, coperta di foreste, e hanno fondato una colonia con l’obiettivo di stabilirvi la fede cattolica e portare alla conversione gli Indiani ancora selvaggi. Il Canada – continuò il porporato – è diventato così la culla di un grande civiltà cristiana le cui diocesi si sono moltiplicate tanto velocemente da costituire in breve tempo una vasta catena di chiese che a loro volta sono diventate il centro di nuovi e popolosi insediamenti. E appena dopo due secoli e mezzo, il Nord America cattolico ha visto queste fiorenti diocesi unite all’antica gerarchia delle Chiese del Vecchio Mondo. Poi il Pastore universale, prendendo direttamente sotto la custodia questi nuovi ed immensi domini spirituali, ha additato allo stupito universo il Vecchio e il Nuovo Mondo che manifestano l’universalità della Chiesa fondata dal nostro Salvatore e dai suoi apostoli, “Mi sarete testimoni fino ai confini della terra”».
I lavori del Congresso
Mercoledì 7 settembre il Legato Pontificio, accompagnato da alcuni vescovi e sacerdoti, visitò due istituti penitenziari della città, dove rivolse alcune parole ai prigionieri. Poi, dopo i ricevimenti di rito e la cena offerta dal governatore, a mezzanotte fu celebrata a Notre-Dame una Messa solenne cui parteciparono il Legato e più di cinquanta vescovi. La grande chiesa, capace di ospitare 20 mila fedeli, era stracolma come pure la piazza circostante. Mons. Roy, vescovo ausiliare di Quebec, pronunciò un sermone sulla influenza dell’Eucaristia nella promozione della vita spirituale della Chiesa.
Giovedì 8 settembre toccò ai membri delle comunità religiose affollare la cattedrale per un servizio religioso animato dagli interventi del Vescovo Heylen, presidente del Comitato Permanente per i Congressi, dell’Arcivescovo Bruchesi e del Cardinale Vannutelli. La sera stessa si tenne un ricevimento pubblico nella sede del Municipio e un gran numero di cittadini, cattolici o protestanti, sfilarono davanti al Cardinale che ebbe per tutti una parola gentile.
Venerdì 9, nel pomeriggio si svolse, nella Cattedrale, la festa per i fanciulli. Per più di due ore il Legato Pontificio partecipò alla sfilata di schiere di bambini, dopo di che procedette alla benedizione dell’autobus-cappella donato da un’associazione statunitense. La stessa sera si tenne, nella chiesa di St. Patrick, un recital di musica sacra, introduzione alla catechesi pubblica tenuta nella Chiesa di Notre-Dame, trasformata in un magnifico auditorium.
Dopo giorni di pioggia la giornata di sabato 10 settembre si aprì finalmente con un cielo sereno. Alle otto del mattino l’Arcivescovo Farley di New York celebrò la Messa a Mance Park; l’arcivescovo O’ Connell di Boston predicò in inglese e il Provinciale dei Domenicani in francese. Il Legato giunse alla fine della Messa per dare la Benedizione eucaristica. Nel frattempo la Chiesa di St. Patrick si era riempita di pellegrini di lingua inglese per ascoltare la conferenza di Mons. Glennon, di St. Louis, sul «Re eucaristico». La riunione era presieduta dai cardinali di Baltimora e di Armagh.
La solenne cerimonia di chiusura del Congresso ebbe luogo nella cattedrale nella mattinata di domenica 11 settembre con la celebrazione della Messa Pontificale presieduto dal Cardinale legato. L’omelia fu tenuta dal card. Gibbons. Dopo la Messa, poi, il vescovo Touchet (che diventerà, nel 1922, Cardinale di Orleans) si rivolse all’immensa assemblea in francese, con un toccante fervore ed una splendida eloquenza
Il lavoro catechetico del Congresso di Montréal si svolse attraverso una sezione francese ed una inglese. Per la sessione francese bisognerà ricordare almeno la conferenza di p. Gosselin, rettore dell’università di Laval, che presentò la devozione eucaristica in Canada; quella di Mons. Gagnon che tracciò la storia della devozione eucaristica in Québec; di Mons. Emard, Vescovo di Valleyfield, che intrattenne i presenti con un discorso sull’Eucaristia come mezzo di apostolato dei primi missionari in Canada.
Si tennero, poi, relazioni più pastorali intorno all’amministrazione dei sacramenti, alla perseveranza dei giovani nella fede, alla comunione dei bambini, alla formazione dei chierichetti, alla devozione del primo venerdì del mese, alla stampa eucaristica, alla musica religiosa, all’influenza sociale del SS. Sacramento, alle confraternite eucaristiche.
Nella riunione generale delle donne, il discorso migliore fu quello di padre Hage su «L’Eucaristia e la vita nel mondo» dove nessuno degli ostacoli alla devozione verso il Maestro fu ignorato. Nella sezione sacerdotale si discussero le pratiche della comunione ai malati, i mezzi per l’educazione eucaristica del popolo, la predicazione di tridui in onore del SS. Sacramento, l’organizzazione di congressi eucaristici regionali, le vocazioni sacerdotali, la catechesi ai fanciulli, la cura degli arredi sacri.
Nelle riunioni generali della sezione inglese, furono presentate riflessioni su «L’Eucarista e l’incredulità moderna»; la diffusione della Santa Comunione nella classe operaia, la promozione della comunione frequente, il SS. Sacramento come luogo di conversione, la diffusione della stampa eucaristica, i ritiri per i laici. Per la riunione generale delle donne, il noto poeta Thomas O’Hagan di Toronto, sottolineò l’importanza dell’educazione religiosa in famiglia; padre Reginald Buckler presentò una profonda riflessione sull’invocazione voluta dal padre Eymard: «Madonna del Santissimo Sacramento, prega per noi!».
La processione conclusiva
La cerimonia di chiusura del Congresso fu la più importante manifestazione religiosa mai vista in America e per la sua eccellente organizzazione divenne un esempio per i Congressi successivi. La città di Montréal era affollata da un milione di fedeli venuti dai villaggi più remoti del Paese e dai quattro angoli della terra. Non semplici spettatori o turisti, ma pellegrini dell’Eucaristia. La città era come trasformata: bandiere su tutti gli edifici pubblici, decorazioni su tutte le case, strade cosparse di fiori e piazze impreziosite da archi di trionfo.
Nell’enorme spiazzo del Campo di Marte, ai piedi del Mont Royal era stato eretto un magnifico altare. Dalla Chiesa di Notre-Dame la processione si avviò puntualmente all’una e un quarto, aperta da un distaccamento di polizia e da una compagnia di zuavi pontifici mentre la folla riprendeva con entusiasmo gli inni popolari intonati dal coro. Seguivano, poi, le varie associazioni: 1.500 Cavalieri di Colombo; il Catholic Club di New York, i delegati provenienti da Grecia, Polonia, Ungheria, Lituania, Serbia, Rutenia e Cina; gli indiani dalle riserve delle Caughnawaga, i discendenti delle tribù Irochesi che 300 anni or sono diedero a questo Paese i suoi suoi primi martiri. Sfilavano di seguito gli appartenenti ai Terz’ordini francescani e domenicani, quasi cinquemila sacerdoti, settanta Vescovi, cinquanta Arcivescovi e i Cardinali Logue, Gibbons e Vannutelli, che portò l’ostensorio col Santissimo sacramento per tutto il percorso.
La processione era accompagnata dai soldati del 65° reggimento in alta uniforme mentre altri picchetti militari marciavano prima e dopo il baldacchino del Santissimo Sacramento. Dopo il Legato pontificio che reggeva l’ostensorio, veniva l’Arcivescovo Bruchesi con i cappellani pontifici, monsignori e laici decorati dalla Santa Sede. Dietro di loro il governatore di Rhode Island, Pellettier, con il suo staff, i rappresentanti dei dominions britannici, il ministro della giustizia, il sindaco di Montréal, l'associazione avvocati, professori e studenti dell’università Laval.
Ci vollero più di quattro ore e mezza per raggiungere il Campo di Marte dove il Santissimo Sacramento fu posto sull’altare. In quel momento, mentre stava calando il crepuscolo, migliaia e migliaia di luci si accesero sul fianco di Mont Royal insieme con una grande croce posta sulla sommità dell’altare. Dopo gli inni consueti il Legato pontificio benedisse la folla con l’Eucaristia mentre tutte le campane della città squillavano a distesa e i cannoni dell’esercito tuonavano sulla cresta del monte. Sulla folla troppo compatta per consentire anche i più devoti di cadere in ginocchio, il Legato alzò l'Ostensorio tra il giubilo incontenibile dei presenti. Il tutto si concluse con il canto del Magnificat, forse per ricordare che fin dall’inizio Montréal fu chiamata “Città di Maria”.
Nell'immagine: La lastra fotografica, colorata a mano, immortala i rappresentanti delle tribù "indiane" del Canada mentre sfilano al Congresso Eucaristico Internazionale di Montréal.