Allo scopo di facilitare e favorire lo svolgimento del proprio compito il Pontificio Comitato ha promosso un aggiornamento del proprio Statuto che è stato approvato dal Santo Padre Benedetto XVI, il 24 dicembre 2009. Il nuovo Statuto sostituisce quello del 2 aprile 1986 e rispecchia la rinnovata fisionomia assunta dal Pontificio Comitato nell’ambito della Curia Romana. Le novità dello Statuto possono essere così riassunte:
Nuova configurazione amministrativa
Il Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali ha ora una nuova configurazione amministrativa ed è soggetto al Regolamento Generale della Curia Romana (Statuto, n. 14). Questa novità ha portato all’aggiornamento di diversi articoli riguardanti la vita concreta del nostro organismo, che ormai dipende economicamente dall’A.P.S.A. ed è dotato di un personale di lavoro stabile.
Rapporto con i Congressi Eucaristici nazionali
Lo Statuto ha recuperato, anche se in maniera discreta, il rapporto con i Congressi Nazionali affermando, al n. 3 che «il Pontificio Comitato… è disponibile a collaborare alla celebrazione dei Congressi Eucaristici nazionali» affinché la Statio Orbis celebrata ogni quattro anni non sia un momento isolato ma il culmine del cammino eucaristico di tutta la Chiesa rinnovata nella fede e nella comunione da un’ampia rete di Congressi.
Il recupero di questo coordinamento è stato pensato perché i Congressi Eucaristici Nazionali diventino uno strumento straordinario per allargare l’influenza benefica dei Congressi Internazionali. In una parola: perché l’Eucaristia diventi sempre più la fonte e il centro della Comunione ecclesiale.
Concretamente, il Pontificio Comitato ha già dato seguito a questa nuova impostazione hapartecipato con il Presidente o il personale della Segreteria ai Congressi Eucaristici Nazionali del Messico (maggio 2008), Brasile (maggio 2010), Slovenia (giugno 2010); e ha offerto la sua collaborazione per la preparazione del Congresso della Spagna svoltosi quest’anno e dell’Italia che avrà luogo nel settembre 2011.
Rapporto con le aggregazioni eucaristiche dei fedeli
Nel numero 3/d del nuovo Statuto si afferma che il Pontificio Comitato «è disponibile a collaborare nel favorire e coordinare, in vista dei Congressi Eucaristici, l’attività delle aggregazioni di fedeli che hanno lo scopo di incrementare la pietà verso il Mistero Eucaristico in tutti i suoi aspetti, dalla celebrazione dell’Eucaristia al suo culto extra missam».
La celebrazione dei Congressi Eucaristici cioè è una opportuna occasione per coinvolgere sempre di più nella pastorale liturgica e nel cammino della nuova evangelizzazione quelle aggregazioni dei fedeli che hanno lo scopo di incrementare la pietà verso il mistero eucaristico. È anche occasione per favorire il rinnovamento delle manifestazioni del culto eucaristico fuori della Messa e le diverse forme di devozione eucaristica secondo le indicazioni dei documenti del Concilio e del Magistero e in particolare del Rituale Romano De sacra communione et de cultu mysterii eucharistici extra Missam del 1973.
Non possiamo infatti dimenticare che la fecondità delle aggregazioni di fedeli che, a vario titolo, traggono ispirazione dall’Eucaristia deve essere sostenuta da una paziente opera di formazione a vasto raggio ed a tutti i livelli.
Il post-Congresso
Da ultimo, lo Statuto traccia anche la strada per l’impegno del Pontificio Comitato nel post-Congresso. «Affinché l’Eucaristia diventi “fonte e culmine” della vita della Chiesa e della sua missione, il Pontificio Comitato è disponibile a collaborare con il Comitato locale e con i competenti Uffici Liturgici e Pastorali delle diverse Conferenze Episcopali perché la celebrazione di ogni Congresso Eucaristico Internazionale porti il suo frutto» (n. 29).
Ogni Congresso Eucaristico Internazionale innesca sempre un rinnovamento nella comprensione teologica e pastorale dell’Eucaristia. Per questo la sua parabola non può chiudersi con la celebrazione della statio orbis. Anzi, proprio a partire della celebrazione della settimana conclusiva, il benefico influsso del Congresso si estende non solo al Paese che lo ha ospitato ma anche alla Chiesa universale in molteplici forme. Per esempio: con la celebrazione di Congressi eucaristici nazionali e locali organizzati da quei vescovi o da quelle conferenze episcopali che proprio dall’esperienza del Congresso Eucaristico Internazionale hanno imparato un metodo possibile per la celebrazione di simili eventi Ancora, con una riflessione continuata nelle diverse nazioni mediante l’apporto dei Delegati nazionali che hanno partecipato al Congresso Eucaristico Internazionale ad esempio quello di Quebec.
Infine, con una ricaduta dei contenuti del Congresso resi disponibili a tutti tramite Internet, la televisione, la radio, la stampa e gli altri mezzi di comunicazione di massa. Da sempre il dopo-congresso si regge anche sulle risoluzioni finali, o “voti”, che l’organizzazione dell’evento offre alla Chiesa universale e alle Chiese particolari e che dovrebbero segnare un avanzamento nella considerazione e nel culto verso questo grande Mistero.