Per il rinnovamento della "pietà eucaristica"
Verso la metà del XIX secolo si assiste nei Paesi europei, e soprattutto in Francia, ad una straordinaria fioritura di opere tendenti a promuovere il culto della Santissima Eucaristia. Questo rinnovamento della pietà eucaristica - in reazione al rigorismo giansenista e ai mutamenti sociali innescati dalla caduta dell’ancien régime e dalla rivoluzione industriale - poneva l’accento sul culto di adorazione e, più ancora, di riparazione verso Gesù Cristo, Dio nascosto sotto i veli del Sacramento, «oltraggiato dagli empi, ignorato dai poteri pubblici desiderosi di laicizzare la società». (1)
È in questo quadro che nasce, verso il 1875, l’idea dell’Opera dei Congressi eucaristici internazionali. Essa si deve all’iniziativa e alla perseveranza di una laica, Émilie-Marie Tamisier (1834-1910) già discepola di san Pier Giuliano Eymard (1811-1868) e di Antoine Chevrier (1826-1879), sostenuta ed incoraggiata da mons. Gaston de Ségur (1820-1880), uno degli apostoli della devozione eucaristica in Francia e significativo rappresentante dell’intransigentismo cattolico. (2)
Si trattava di unire all’adorazione del Santissimo Sacramento ormai largamente diffusa, alcune grandi manifestazioni che rendessero sensibili le masse alla “Presenza” eucaristica e offrissero nello stesso tempo ai cattolici, la coscienza del loro numero e della loro forza.
Si cominciò con l’organizzazione di “pellegrinaggi di riparazione” ai santuari che conservavano la memoria dei miracoli eucaristici del passato. A queste manifestazioni di massa la signorina Tamisier sognava di aggiungere delle sessioni di studio per celebrare dei veri Congressi che avrebbero dovuto raggiungere una dimensione internazionale. (3)
Tali progetti apparivano difficilmente realizzabili. La Chiesa francese riteneva imprudente sfidare apertamente i radicali al governo puntando sul “regno sociale di Cristo”, in Belgio era in corso lo scontro tra Chiesa e governo sull’insegnamento scolastico, il laicato cattolico era emarginato, le Congregazioni religiose erano preoccupate della loro sopravvivenza e papa Leone XIII non voleva avvallare delle iniziative capaci di inasprire i rapporti già tesi con i governi d’oltralpe.
In questa situazione si fece appello ai cattolici francesi del Nord dove le opere eucaristiche erano fiorenti. E così il 25 aprile 1881, con una lettera circolare, si invitarono i cattolici del mondo intero al Congresso eucaristico che si sarebbe dovuto tenere a Lille nel successivo mese di giugno. La partecipazione, seppur modesta, superò le previsioni. Al Congresso, infatti, oltre ai belgi, parteciparono le rappresentanze di otto Paesi stranieri. I promotori decisero allora l’istituzione di un Comitato per dare carattere permanente al movimento e si progettò il quadro dei futuri Congressi realizzati attraverso conferenze, rapporti, sedute plenarie, atti di culto e la solenne processione finale. (4)
L’anno dopo un secondo Congresso ebbe luogo ad Avignone grazie all’attivo appoggio della antica confraternita dei Penitenti Grigi.
Nel 1883 Mons. Doutreloux, arcivescovo di Liegi si dichiarò pronto ad accogliere i congressisti e nella città belga si poté finalmente organizzare quella processione solenne che secondo gli organizzatori doveva diventare il mezzo per dare visibilità sociale al culto dell’Eucaristia ed affermare la fede dei cattolici nel mistero della Presenza reale.
Il quarto Congresso fu organizzato a Friburgo, in Svizzera, nel 1885, sotto la presidenza del vescovo mons. Mermillod, divenuto poi presidente del Comitato permanente. In questo cantone elvetico ufficialmente cattolico, fu largamente sviluppato il tema della regalità sociale di Cristo. Dopo la Svizzera si tornò in Francia, a Tolosa (1886) e a Parigi (1988); poi di nuovo in Belgio, ad Anversa, nel 1890 dove la fisionomia internazionale fu accentuata.
Su invito di papa Leone XIII che considerava l’Eucaristia come il Sacramento restauratore dell’unità cattolica pur nella diversità dei riti, l’ottavo Congresso Eucaristico si svolse nel 1893 a Gerusalemme. Considerata l’importanza dell’evento per la sua politica unionista, Leone XIII si fece rappresentare da un legato nella persona del Cardinale Langénieux. (5) Lo stesso avvenne anche nel 1898 a Bruxelles, nel 1899 a Lourdes e nel 1902 a Namour finché l’usanza del legato pontificio per la presidenza divenne una consuetudine.