ATTIVITA2021

Attività del 2021

 

In una situazione segnata fortemente dal contagio pandemico presente in tutti i Paesi europei, l’attività del Pontificio Comitato, nell’anno 2021, ha riguardato principalmente il 52° Congresso Eucaristico Internazionale di Budapest celebrato, dopo il rinvio di un anno, dal 5 al 12 settembre.

All’appuntamento dell’Angelus del 4 luglio, Papa Francesco aveva confermato la sua presenza alla Statio orbis del Congresso: «Sono lieto di annunciare che dal 12 al 15 settembre prossimo, a Dio piacendo, mi recherò in Slovacchia per fare una visita pastorale… Prima [la mattina di domenica 12 settembre] concelebrerò in Budapest la Messa conclusiva del Congresso Eucaristico Internazionale».

La ripresa della tradizionale presenza del Papa al Congresso eucaristico internazionale, iniziata da San Paolo VI e proseguita da San Giovanni Paolo II fino al termine del suo pontificato, è stata accolta con gioia in Ungheria, dove la notizia era attesa con trepidazione.

1.             Il 52° Congresso eucaristico internazionale

Alla data convenuta, in una situazione sanitaria non ancora risolta ma certo più serena, il Congresso ha potuto avere luogo. Benché penalizzato numericamente dalle limitazioni poste ai viaggi internazionali, ha radunato i rappresentati di settantacinque Paesi del mondo. La maggior parte dei pellegrini veniva da Paesi da cui, grazie al contenimento del Covid e all’introduzione del Green pass, è stato possibile raggiungere Budapest senza particolari restrizioni.

Così, sullo sfondo della capitale magiara e grazie a un tempo stabile e soleggiato, il Congresso ha goduto di uno svolgimento ordinato ed è riuscito a realizzare le proposte spirituali e culturali previste.

Alla luce del tema di base «Sono in te tutte le mie sorgenti», le celebrazioni, i momenti d’incontro, di studio e di testimonianza del Congresso hanno offerto un messaggio univoco e forte, invitando a ritrovare nell’Eucaristia la fonte della vita e della missione evangelizzatrice della Chiesa nella società post-moderna e globalizzata.

Il simposio teologico (2-4 settembre 2021)

Il simposio teologico che, tradizionalmente, apre il Congresso, si è svolto nel Centro S. Adalberto di Esztergom. Quest’antica città, a poco più di cinquanta chilometri a nord di Budapest, è stata la prima capitale dello stato ungherese e sede millenaria del Primate d’Ungheria. La sua grande basilica domina, da uno sperone roccioso, l’ansa del Danubio che oggi separa il Paese dalla Slovacchia.

Dal 2 settembre e per i successivi due giorni, l’incontro ha preso in esame l’Eucaristia da diversi punti di vista grazie a dodici relatori provenienti da Europa, Africa e America Latina. Circa 300 sono stati gli iscritti, in gran parte studiosi, professori dei seminari del Paese, teologi, operatori pastorali, religiose e studenti di teologia. Lo scopo dell’incontro, secondo le parole di benvenuto del Cardinale Péter Erdő, Arcivescovo di Esztergom-Budapest, era quello di rispondere alla domanda: «Come può l’Eucaristia offrire vita e speranza all’uomo del ventunesimo secolo, che vive tra paure, che vorrebbe proteggere il creato ma non sa esattamente come, cosciente che senza il cristianesimo il mondo sarebbe più povero ma incapace di rendere vitale e efficace questa forza straordinaria per l’umanità di oggi?».

Gli approfondimenti del tema del Congresso sono stati offerti da Mons P. Sequeri, dal Vescovo camerunense J.-M. Ndi-Okalla, da studiosi ungheresi come Lajos Dolhai, presidente del comitato teologico del Congresso, da Kàroly Hafenscher, capo del Sinodo della Chiesa luterana ungherese, dal Gran Maestro dell’ordine domenicano Gerad F. Timoner, dall’esarca apostolico della Chiesa cattolica bizantina greca Nin i Guell, dal francescano brasiliano A. L. Catelan Ferreira, dalla prof.a austriaca M. Schlosser e dall’ausiliare di Zagabria Mons I. Šaško. Nel pomeriggio, i workshop distribuiti nei locali del Centro Sant’Adalberto, hanno visto la partecipazione di altri distinti studiosi che hanno presentato alcuni selezionati argomenti legati alla teologia, alla pastorale, all’esegesi biblica, alla storia e all’ecclesiologia eucaristica.

Sabato quattro settembre, proprio mentre si chiudeva il simposio teologico, a Budapest e nelle altre diocesi del Paese, si è tenuta un’agape gioiosa che ha riunito, complessivamente, più di 5 mila persone bisognose. Nella Piazza Giovanni Paolo II della capitale, il Cardinale Primate si è seduto a mensa con circa 600 ospiti - famiglie bisognose, anziani, e persone sole - che hanno consumato il gulasch di manzo e il dolce del Congresso eucaristico preparato per l’occasione. La tavola imbandita è stata uno spazio di comunione e di festa per ospitare persone che altrimenti non avrebbero potuto partecipare al Congresso.

La sera stessa, poi, la comunità di fede ebraica di Budapest, ha invitato i Vescovi e gli ospiti d’onore del Congresso nella grande sinagoga di Via Dohány per sottolineare, con una elevazione musicale, la forza del dialogo ebraico/cristiano. Dialogo tanto più significativo se si pensa che la capitale ungherese è una delle città europee con la presenza ebraica numericamente più significativa e i cittadini di religione ebraica hanno rivestito un ruolo fondamentale nell’edificazione della moderna Ungheria.

La settimana del Congresso (5-12 settembre 2021)

Il 52° Congresso eucaristico internazionale è stato inaugurato domenica 5 settembre in Piazza degli Eroi, centro ideale della capitale, con una grande festa di benvenuto e con la Messa solenne. Il luogo, ricco di elementi politici e storici, ospita il Monumento del Millenario con le statue dei capi delle sette tribù che fondarono l’Ungheria alla fine del IX secolo e il cenotafio dedicato «Alla memoria degli eroi che diedero la vita per la libertà del loro popolo e l’indipendenza nazionale». L’insieme monumentale è sovrastato da una colonna su cui la statua dell’arcangelo Gabriele regge la corona di Santo Stefano e la croce apostolica del regno magiaro.

La Messa inaugurale è stata preceduta da una corposa kermesse che, sotto il titolo generico di Ungheria, terra di Maria, ha presentato le tradizioni popolari cristiane del bacino dei Carpazi che legano la fede del popolo ungherese d’oggi ad una tradizione religiosa millenaria.

Alle ore 16 ha avuto inizio la celebrazione dell’Eucaristia presieduta dal Cardinale Angelo Bagnasco, presidente del Consiglio delle Conferenze dei Vescovi d’Europa. Concelebravano una sessantina di Vescovi e diversi Cardinali tra cui Lacroix, Porras Cardoso, Hollerich, Onaiyekan, Soo-Jung, Fitzgerald, Sarah, Kambanda, il Patriarca maronita Boutros Rai, il Patriarca greco-melchita Absi. Insieme alle massime autorità dello Stato erano presenti folte rappresentanze delle scuole cattoliche dell’arcidiocesi e ben 1.200 bambini e bambine che celebravano la loro Messa di prima comunione.

Nel suo discorso di saluto, Il Primate Péter Erdő ha introdotto la celebrazione facendosi voce della Chiesa particolare: «Ringrazio la Divina Provvidenza che oggi possiamo aprire in modo ufficiale il 52° Congresso Eucaristico Internazionale. Il Signore Dio ci doni di poter sentire in questi giorni che Cristo è con noi nell’Eucaristia. Non lascia da sola la Chiesa, i popoli, l’umanità. Tutte le nostre forze e speranze provengono da Lui. L’Eucaristia è la fonte da cui si alimenta la nostra vita cristiana, la nostra missione. Signore Dio, resta con noi! Dacci la forza e la luce per la nostra missione nel mondo di oggi!».

Nell’omelia, il Cardinale Bagnasco si è rivolto successivamente ai bambini della prima comunione, ai giovani delle scuole cattoliche, a tutti i fedeli e in particolare ai sofferenti: «Riprendete coraggio, il Signore è vicino, è accanto ad ogni cuore che si apre a Lui. Egli è venuto nel mondo non solo per condividere la condizione umana, ma soprattutto per elevarci fino alla Trinità. Questo mistero è grande ma è qui su questo altare, e resterà con noi fino alla fine dei tempi».

Le attività vere e proprie del Congresso sono iniziate lunedì 6 settembre all’Hungexpo Budapest, polo fieristico della capitale ungherese. Il padiglione utilizzato come sede del Congresso ha una capienza di circa 15 mila persone; negli altri padiglioni, collegati da spaziose vie coperte, hanno trovato spazio i workshop pomeridiani, i servizi di accoglienza e di catering, la sala stampa ed esposizioni varie.

Le catechesi generali, affidate a dei Cardinali, sono state inaugurate dal porporato João Tempesta, collegato in videoconferenza da Rio de Janeiro per presentare l’Eucaristia come fonte di amore operoso. Nei giorni seguenti hanno trovato spazio rappresentanti di tutti i continenti: il Cardinale Lacroix di Québec ha riflettuto sull’Eucaristia come fonte della pace; il Patriarca di Babilonia dei Caldei, L. Raphael Sako, ha ricordato le difficili condizioni dei cristiani iracheni; il Cardinale C. Maung Bo del Myanmar ha ricordato le sfide cui è chiamata a rispondere la sua Chiesa particolare e ha sviluppato il tema dell’Eucaristia fonte della pazienza; il Cardinale nigeriano J. Onaiyekan ha presentato la dottrina eucaristica post-conciliare; l’Arcivescovo di Praga card. D. Duka, ha mostrato come solo la Chiesa dell’Eucaristia può diventare attraente per l’uomo di oggi.

Tra le testimonianze che hanno fatto immediatamente seguito alle catechesi maggiori ricordiamo quella di Konstantin Szabó, un anziano sacerdote ucraino che, con evidente commozione, ha ripercorso la lunga storia di persecuzioni e di resistenza che ha segnato la comunità greco-cattolica del suo Paese. Si sono poi ascoltati il brasiliano Moysés Azevedo che ha raccontato la nascita e lo sviluppo della comunità Shalom; Barbara Heil, già missionaria protestante; Mary Healy, teologa e biblista. Lo stesso Presidente della Repubblica d’Ungheria, János Áder, ha offerto la sua testimonianza di cristiano impegnato nelle istituzioni.

Le sessioni pomeridiane distribuite in vari padiglioni dell’Hungexpo, sono state limitate a poco più di un’ora per lasciare spazio alle altre attività dei pellegrini. Vi è risuonata la parola di uomini e donne di Chiesa, Vescovi, religiosi e laici, che hanno potuto illustrare idee e attività, proporre riflessioni ed iniziative legate strettamente all’Eucaristia e ai suoi diversi aspetti.

La dimensione ecumenica del Congresso - assolutamente normale in un Paese della Mitteleuropa in cui da sempre s’intrecciano fedi e religioni diverse e in cui convivono Chiese storiche di differenti confessioni - si è manifestata con la presenza del metropolita Hilarion, presidente del Dipartimento delle Relazioni Esterne del Patriarcato di Mosca, e soprattutto con la partecipazione attiva di Bartolomeo, Patriarca ecumenico di Costantinopoli, intervenuto in diversi momenti del Congresso.

Le celebrazioni quotidiane, la liturgia delle Lodi e l’Eucaristia, sono state presiedute da Vescovi di diversi Paesi e continenti e sono state animate, in modo assai ricco, da complessi corali e strumentali che hanno palesato non solo la diffusa cultura musicale dell’Ungheria, ma anche l’importanza che il canto liturgico ha nella pietà del popolo.

Altre attività tradizionali

Tante le altre attività tradizionali che hanno trovato posto nella settimana Congressuale. Mercoledì sera, 8 settembre, si è celebrata la Messa in lingue nazionali nelle diverse parrocchie di Budapest. Giovedì 9, nella basilica di Santo Stefano gremita di fedeli, si è tenuta una solenne ora di adorazione comunitaria animata dalle “nuove comunità” e da movimenti e associazioni, che hanno attivamente partecipato alla realizzazione di quelle giornate eucaristiche internazionali. Non poteva mancare la serata dei giovani, fatta di musica, testimonianze, riflessioni e preghiera, che si è svolta il 10 settembre, all’Arena Sportiva László Papp, capace di 12 mila posti.

Infine, nella mattinata di sabato 11 settembre si è tenuto, all’isola Margherita, l’incontro delle famiglie che hanno potuto partecipare a dibattiti, eventi musicali, conferenze di persone famose, mentre i bambini sono stati impegnati in programmi ricreativi.

Durante l’intera settimana congressuale, in Piazza Santo Stefano sono stati disposti chioschi che hanno presentato l’opera e l’attività di congregazioni e gruppi religiosi e i prodotti agro-alimentari tipici dell’Ungheria, soluzioni industriali e tecniche, attività culturali e sportive. Inoltre sulla piazza era stato allestito un palco sul quale si sono presentati i programmi del festival Ars Sacra. Nello stesso ambito si è tenuta anche la “Settimana del Libro Santo Stefano”, prestigioso incontro degli editori cattolici che hanno presentato la loro produzione più recente.

Nel pomeriggio di sabato 11 settembre, sul grande palco preparato in Piazza Kossuth, davanti al Parlamento, prima dell’inizio della Messa e della processione eucaristica, il Patriarca di Costantinopoli, Bartolomeo, ha portato il suo saluto alla folla dei presenti evidenziando che le iniziative della Chiesa per la tutela dell’ambiente naturale e la cultura della solidarietà sono radicate nelle esperienze eucaristiche e nella teologia. La vita stessa della Chiesa è ecologia e solidarietà applicata e per questo «ogni oggettivazione e sfruttamento della creazione e del nostro prossimo distorce la cosmologia e l’antropologia cristiana». Il patriarca non ha mancato di sottolineare la necessità della riconciliazione fra la Chiesa d’Oriente e quella d’Occidente: «La realizzazione eucaristica della Chiesa nel calice comune e nella condivisa testimonianza cristiana nel mondo è il desiderio e il sogno di tutti noi. I cristiani d’Oriente e d’Occidente, infatti, appartengano allo stesso spazio spirituale».

La Messa è stata presieduta dal Cardinale Erdő che, nella sua omelia, ha evidenziato come un dono speciale della Provvidenza di Dio la possibilità di celebrare insieme l’Eucaristia in quel luogo così significativo per la nazione. Alla conclusione della celebrazione è iniziata la processione eucaristia. «Questa sera - aveva detto il Primate - accendiamo le nostre candele perché di nuovo siamo riuniti con Gesù al suo banchetto di vita, perché le sue parole continuano a risuonare nelle case delle famiglie, nelle chiese, nei carceri, nei campi di lavoro, in segreto e all’aperto. E dopo la Messa ci metteremo in cammino con il Santissimo Sacramento, per annunciare alla città e al mondo il miracolo della presenza di Gesù e chiedere la sua benedizione su tutti noi».

Percorrendo il centralissimo Viale Andrassy in tutta la sua lunghezza, il corteo è giunto, dopo 4,5 chilometri, a Piazza degli Eroi. Se in un’ora e mezza la testa della processione era giunta alla meta, la teoria dei fedeli stava ancora lasciando Piazza Kossuth. Al centro della devozione, su un carro speciale, l’Eucaristia collocata in un grande ostensorio e accompagnata dal Cardinale Arcivescovo, dal presidente del Pontificio Comitato per i Congressi e dal Nunzio apostolico. La processione, favorita da un’organizzazione perfetta, ben calibrata, con una sonorizzazione distesa lungo tutto il percorso, ha raccolto oltre duecentomila partecipanti tra cui decine di migliaia di giovani. La benedizione conclusiva con il SS. Sacramento è stata seguita come sempre dal canto dell’inno del Congresso, con cui si è sciolta l’assemblea.

La Statio orbis di domenica 12 settembre

Per la prima volta dall’anno Duemila, il Papa è ritornato a presiedere la Statio orbis del Congresso. Atterrato intorno di prima mattina all’aeroporto di Budapest, Francesco si è dapprima incontrato con le autorità politiche del Paese. È stata poi la volta della Conferenza Episcopale cui ha chiesto di «custodire le radici religiose e la storia da cui proveniamo, senza però restare con lo sguardo rivolto indietro: guardare avanti e trovare nuove vie per annunciare il Vangelo» e di fare del ministero episcopale «una voce profetica». Da ultimo Francesco ha incontrato i rappresentanti del Consiglio ecumenico delle Chiese e di alcune Comunità ebraiche ungheresi. A loro ha offerto un discorso tutto intriso di spirito di fratellanza e integrazione soffermandosi sull’immagine del Ponte delle Catene che unisce le due parti della città: «Non le fonde insieme, ma le tiene unite. Così devono essere i legami tra di noi. Ogni volta che c’è stata la tentazione di assorbire l’altro non si è costruito, ma si è distrutto; così pure quando si è voluto ghettizzarlo, anziché integrarlo».

Giunto poi sulla piazza, il Santo Padre ha compiuto un giro tra la folla in papamobile prima di celebrare l’Eucaristia. Secondo le autorità locali, a questa celebrazione conclusiva erano presenti, nei settori organizzati, più di 100.000 fedeli cui si deve aggiungere un numero considerevole di persone che hanno seguito la messa dalle aree limitrofe. Sul grande palco dove Francesco ha presieduto la Messa, hanno concelebrato 19 Cardinali e circa 160 Vescovi venuti per l’occasione da quasi tutta Europa. Ai piedi del palco, in prima fila ma senza alcun segno speciale di distinzione, hanno preso posto tutte le autorità della Repubblica.

Nella sua omelia, commentando il Vangelo della domenica, il Papa ha chiesto il «rinnovamento del discepolato», passando dall’ammirazione per Gesù alla sua imitazione.

Alla fine della Messa, Mons. Piero Marini, presidente del Pontificio Comitato per i Congressi eucaristici internazionali, ha rivolto al Pontefice un discorso di saluto e di ringraziamento. Infine, dopo i riti di conclusione della Messa, Francesco ha pronunciato l’Angelus, esprimendo il suo augurio finale: «Eucaristia significa “azione di grazie” e al termine di questa Celebrazione, che chiude il Congresso Eucaristico e la mia visita a Budapest, vorrei di cuore rendere grazie. Grazie alla grande famiglia cristiana ungherese, che desidero abbracciare nei suoi riti, nella sua storia, nelle sorelle e nei fratelli cattolici e di altre Confessioni, tutti in cammino verso la piena unità… Nel rinnovare la gratitudine alle Autorità civili e religiose che mi hanno accolto, vorrei dire köszönöm [grazie]: grazie a te, popolo di Ungheria. L’Inno che ha accompagnato il Congresso si rivolge a te così: «Per mille anni la croce fu colonna della tua salvezza, anche ora il segno di Cristo sia per te la promessa di un futuro migliore». Questo vi auguro, che la croce sia il vostro ponte tra il passato e il futuro!». E ha terminato così:«Isten, áldd meg a magyart! [Dio benedica gli ungheresi!]». Le parole pronunciate dal Santo Padre nella lingua locale hanno toccato tutti anche perché sono la prima frase dell’inno nazionale magiaro. Dopo la Messa, Francesco è subito partito per Bratislava.

Per concludere

La celebrazione del Congresso di Budapest, nel cuore di un’Europa secolarizzata in cui il Vangelo e le forme dell’appartenenza religiosa sono diventate marginali, ha posto gli organizzatori davanti a numerose sfide, affrontate con decisione grazie al lavoro del Comitato locale e nonostante i limiti imposti dal tempo di pandemia.

Si pensi, per es., alle aperture ecumeniche che hanno, nel Paese, una tradizione ormai assodata. Vissute con convinzione e sostenute da testimonianza di valore, esse hanno in qualche modo pervaso i tempi del Congresso. Inoltre si è avuto un contatto particolare con la liturgia e gli usi dei cattolici di rito orientale anche attraverso la Divina Liturgia celebrata con la partecipazione di 50 Vescovi cattolici di rito orientale nella basilica di Santo Stefano.

Un’altra specificità della manifestazione è stata l’attenzione ai rom, una minoranza che raccoglie il 10% della popolazione ungherese. Un’attenzione che viene da lontano visto che la Conferenza Episcopale ha provveduto alla traduzione della Bibbia in lingua lovári (romanì), e più recentemente anche dell’Ordinario della Messa. Inoltre, durante la settimana congressuale, è stata eseguita la “Messa rom” composta per l’occasione.

Significativo l’incontro tra la comunità dei credenti ungheresi e gli ospiti provenienti da tutto il mondo. Cardinali e Vescovi di diversi Paesi si sono succeduti nella presidenza delle liturgie ed hanno tenuto le catechesi più importanti. Le molte testimonianze hanno presentato anche storie di sofferenza: quella dei cristiani perseguitati del Medio Oriente, o quella delle Chiese greco-cattoliche sotto il giogo comunista, e quelle dell’accoglienza dei bambini abbandonati, dei tossicodipendenti o dei senzatetto. Hanno reso testimonianza della loro fede anche personaggi conosciuti nel campo artistico o politico.

Oltre alle iniziative di carità che hanno segnato i giorni del Congresso, per ricordare in modo permanente l’evento si è predisposta la costruzione di una struttura per il servizio delle famiglie in qualsiasi tipo di difficoltà. Un’offerta pastorale stabile che, con l’aiuto di psicologi, medici, operatori sociali e pastorali, risponderà alle necessità messe in luce dal recente sinodo sulla famiglia.

Il ritardo obbligato nella celebrazione del Congresso a causa della pandemia, ha permesso di calibrare con maggior attenzione lo svolgimento dell’evento. Il successo di questo Congresso “difficile” è stato reso possibile dalla presenza massiccia degli ungheresi, dall’unità della Conferenza Episcopale e, da ultimo, dalla partecipazione di Papa Francesco, volato in Ungheria per la Statio orbis del Congresso. Fondamentale l’opera di migliaia di volontari e, straordinaria, la collaborazione tra la Chiesa e il Governo che, in vista dell’evento, ha stanziato dei fondi da utilizzarsi non solo per l’evento, ma soprattutto per il restauro e la costruzione di nuove chiese.

L’esperienza di comunione con i poveri, l’arte, la scienza, la musica, la forza delle testimonianze, le diverse etnie, l’esempio, l’incontro con persone di altre fedi, le discussioni oneste e generose, l’entusiasmo dei credenti provenienti da tutti i continenti, hanno riacceso il desiderio della piena comunione e offerto una forte iniezione di fiducia in un tessuto sociale provato dalle chiusure sanitarie e non solo. Per tutte queste cose il Congresso eucaristico di Budapest, a partire dall’Eucaristia sorgente di ogni dono, ha certamente immesso nelle vene dell’Ungheria, dell’Europa e del mondo, forze nuove di rinnovamento che lo Spirito farà fruttificare.

2.             Verso il Congresso di Quito 2024

Il 14 ottobre del 2020, la Segreteria di Stato aveva comunicato al presidente del Pontificio Comitato l’approvazione della scelta di Quito come sede del Congresso Eucaristico internazionale del 2024, da parte di papa Francesco. Nel mese di marzo 2021, la Conferenza Episcopale dell’Ecuador, in un messaggio inviato alla Chiesa del Paese, aveva annunciato che «il Congresso sarà l’occasione per celebrare come nazione il 150° anniversario della Consacrazione del nostro paese al Sacro Cuore di Gesù. Questa consacrazione fa parte del patrimonio spirituale intangibile dell’identità spirituale e del nostro patrimonio di ecuadoriani. Speriamo che questi eventi siano l’occasione per volgere nuovamente lo sguardo al Cuore di Gesù e che in Lui ci ritroviamo come fratelli al di là di tutte le differenze e che possiamo costruire un progetto inclusivo di nazione basato su libertà, giustizia, solidarietà e uguaglianza, dove la persona sia sempre al centro delle nostre preoccupazioni, decisioni e azioni».

Così, com’è consuetudine, al Congresso di Budapest ha partecipato una delegazione dell’episcopato del Paese sudamericano cui è stato idealmente passato il testimone. Tale delegazione, nella mattinata di venerdì 17 settembre è stata ricevuta nella sede di questo Pontificio Comitato per avviare concretamente la preparazione del grande evento. Erano presenti: Mons. Alfredo J. Espinoza Mateus, Arcivescovo di Quito con i suoi due Vescovi ausiliari, Danilo Echeverría Verdesoto e David de la Torre Altamirano; Mons. Luis G. Cabrera Herrera, Arcivescovo di Guayaquil e Presidente della Conferenza Episcopale; Mons. H. Torres Asanza, Vescovo di Guaranda e delegato per i Congressi Eucaristici Internazionali; don Juan C. Garzón, nominato Segretario generale del 53° Congresso e don Maximiliano Ordóñez Sigcho. L’Ufficio era rappresentato da Mons. Piero Marini, Presidente e da P. Vittore Boccardi, officiale, insieme con p. Corrado Maggioni.

Agli ospiti è stato presentato distesamente il percorso di preparazione al Congresso internazionale e consegnata loro la sintesi dell’itinerario di preparazione, con tutte le diverse articolazioni e scadenze temporali, contenuta in un fascicolo di 55 pagine. Da parte sua l’Arcivescovo di Quito ha presentato i passi già compiuti: la costituzione di dieci Commissioni e la nomina dei rispettivi presidenti, l’intesa con le autorità locali, la collaborazione degli istituti teologici della capitale e, non da ultimo, l’inizio di una riflessione sui temi che saranno presentati al Consiglio di Presidenza del Pontificio Comitato. Tali temi verteranno intorno alla realtà del Sacro Cuore in rapporto all’Eucaristia e alla vita cristiana.

3.             Il nuovo Presidente del Pontificio Comitato

Il 13 settembre il Santo Padre ha nominato Presidente del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici Internazionali il Rev.mo P. Corrado Maggioni, S.M.M., finora Sotto-Segretario della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti. Originario di Brembate di Sopra (BG), membro dei Missionari della Compagnia di Maria (Monfortani), dottore in Sacra Liturgia al Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo, a partire dagli anni ‘90 ha prestato servizio in Vaticano prima come officiale della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti e, poi, come capo ufficio e come sottosegretario del medesimo dicastero. È docente al Pontificio Istituto Liturgico Sant’Anselmo e alla Facoltà Teologica Marianum. La nomina è diventata operativa, ad quinquennium, a partire dal primo ottobre. P. Maggioni sostituisce S.E. Mons Piero Marini che, nonostante i raggiunti limiti di età, era stato confermato Presidente sino al 30 settembre 2021.

4.             Lettera alle Conferenze episcopali del mondo

In data 11 novembre 2021, in accordo con le norme statutarie (n. 3/b), il Presidente ha inviato ai Presidenti di tutte le Conferenze Episcopali del mondo, una relazione sul 52° Congresso Eucaristico Internazionale celebrato a Budapest in settembre. Nella stessa lettera, dopo aver ricordato la scelta dell’Arcidiocesi di Quito (Ecuador) quale sede del 53° Congresso previsto per il 2024, ha chiesto altresì la nomina o la riconferma del Delegato nazionale per i Congressi Eucaristici Internazionali. Compito del Delegato sarà di mettersi a disposizione delle rispettive Chiese particolari per un’efficace animazione e un’effettiva preparazione del Congresso. Lo stesso Delegato parteciperà, inoltre, all’Assemblea plenaria del Pontificio Comitato che si terrà a Quito nel 2023.

La lettera chiede infine di voler segnalare la notizia dell’eventuale celebrazione di Congressi Eucaristici Nazionali o Regionali per i quali il Comitato conferma la propria disponibilità per una conveniente preparazione.

5.             L’edizione di “Eucaristia, Chiesa e mondo”

La settimana antecedente il Natale è uscito, per i tipi della Libreria Editrice Vaticana, il volume “Eucaristia, Chiesa e mondo. I Congressi eucaristici internazionali, Lineamenti di storia”, un tomo di 768 pagine, in quadricromia, che raccoglie, per opera di P. Vittore Boccardi SSS, officiale del Comitato, una sintesi aggiornata del percorso dei Congressi dal 1881 al 2021. L’opera, fortemente voluta da Mons. Piero Marini che ne ha firmato anche la prefazione, ha avuto una lunga incubazione sia per la complessità delle ricerche, sia per il recupero delle immagini storiche e la composizione grafica.

Il volume riesce a trascendere la semplice storia perché, attraverso l’avvicendarsi cronologico dei Congressi affronta non solo temi prettamente religiosi, ma anche sociali ed umani. Presentando, poi, di volta in volta, gli interventi dei diversi Pontefici legati ai Congressi, da Leone XIII a Francesco, delinea una specie di “enchiridion” eucaristico degli ultimi 140 anni.

L’opera è stata inviata ai superiori della Curia Romana, alle Università Pontificie e alle biblioteche degli Istituti superiori di Scienze religiose.

6.             Il Presidente in udienza dal Papa

Il 20 dicembre, il nuovo Presidente è stato ricevuto dal Santo Padre. Nel corso dell’udienza privata, P. Maggioni ha avuto modo di informare Papa Francesco sullo svolgimento del Congresso internazionale di Budapest e sul lavoro del Pontificio Comitato. Al Pontefice ha presentato anche nuovo volume sulla storia dei Congressi, volume che ha riscosso l’interesse e il compiacimento di Francesco. 

Un nuovo volume sulla storia dei Congressi   Il nuovo volume vede la luce all’interno del... Continua

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Profilo

    Il primo Comitato permanente per i Congressi Eucaristici Internazionali è nato in Francia nella primavera del 1881 con la benedizione di Leone XIII. Esso raccoglieva i frutti dell’apostolato di san Pierre-Julien Eymard, «apostolo... Continua

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I Congressi Eucaristici Internazionali, a partire dal loro primo appuntamento nel 1881, si sono trasformati in un movimento eucaristico mondiale.

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