COLONIA.CAPO

 

20. COLONIA (Germania) dal 4 al 11 agosto 1909.

Organizzato da: Card. Fischer, arcivescovo di Colonia.

Presidente: Cardinale Vincenzo Vannutelli, Legato Pontificio e Mons. Heylen.

Segretari generali: M. Delcourt-Haillot, rev. Bouquerel, mons. Pierre-Charles Kreuzwaldt.

Tema degli studi:

L’Eucaristia mistero della fede, alimento della vita sociale,

mezzo d'unione delle classi, luogo dell'unità della Chiesa.

 

    Dopo le solenni manifestazioni eucaristiche londinesi, ai congressisti fu dato appuntamento per l’anno seguente nell’importante città tedesca di Colonia. Nessuna città dell’Impero Tedesco poteva rappresentare scelta migliore di questa per un avvenimento simile. Come faceva notare il Cardinal Legato  nel suo discorso di apertura, Colonia è la città cattolica per eccellenza dei paesi germanici, giustamente orgogliosa delle sue numerose e magnifiche chiese, una città che si compendia e si incarna, per dir così, nella sua immensa e ammirabile cattedrale.

    Colonia è anche il centro intellettuale, religioso e artistico  della Germania renana, celebre nella storia per le sue glorie eucaristiche. Conserva ancora il ricordo di Alberto Magno, di san Tommaso d’Aquino e Duns Scoto che la resero famosa per sempre.

    La città che allora contava mezzo milione di abitanti, è posta sulle rive del Reno, uno dei grandi fiumi della vecchia Europa che vide passare i grandi eserciti del passato. Nella poesia tedesca e nella canzone popolari, le rive del Reno sono popolate da fate e folletti che vagano nelle foreste mentre pacifici villaggi si specchiano, come Narciso, nelle acque del fiume che fu teatro delle gesta dei grandi conquistatori: Attila, Clodoveo, Carlo Magno, Luigi XIV e Napoleone.

    Così, quando il presidente del Comitato permanente per i Congressi, il vescovo Heylen, in una lettera circolare alle associazioni eucaristiche rese nota la scelta di questa città come sede del XX Congresso Eucaristico Internazionale, ci fu una risposta entusiata e generosa. Subito quella metropoli mostrà la sua gratitudine impegnandosi energicamente per preparare l’avvenimento. L’arcivescovo cardinale Fisher ricevette l’assicurazione della più leale collaborazione non solo da parte dei fedeli, delle comunità religiose e di tutte le organizzazioni religiose della diocesi, ma anche delle autorità cittadine. Sulla base di una così grande concordia d’intenti furono concepiti progetti grandiosi, posti in opera con meticolosità tutta tedesca.

    Il Papa Pio X che desiderava un esito sempre crescente per quelle splendide manifestazioni di fede e di amore, si fece rappresentare dal cardinale Vincenzo Vannutelli che aveva già svolto lo stesso incarico di Legato Pontificio  nei precedenti congressi di Bruxelles, Metz, Tournay e Londra.

    L’accoglienza del cardinale Legato assunse una solennità eccezionale. Giunto a Magonza, il porporato si imbarcò su un piroscafo impavesato che seguendo la rotta fluviale del Reno lo condusse a Coblenza e da lì, sul piroscafo rapido Rheingold che battente bandiera pontificia, a Koenigswinter ed infine a Colonia. La traversata di quella regione roccaforte della fede cattolica fu, per il Cardinale, un vero trionfo. Le rive del fiume, pavesate a festa erano affollate da un muro di persone tra cui centinaia di bambini che sventolavano  bandiere mentre le campane delle chiese suonavano a festa.

    La sera del due agosto il Rheingold al molo di Colonia dove il cardinale Legato fu accolto dal cardinal Fischer circondato dal clero della città ed accompagnato processionalmente alla cattedrale tra fitte ali di folla. Dopo i riti previsti per l’occasione e la benedizione del Santissimo Sacramento, i due porporati si diressero al Palazzo arcivescovile dove nel frattempo era giunto anche l’arcivescovo di Milano cardinal Ferrari.

    Il giorno successivo, 3 agosto, nel primo pomeriggio si tenne l’apertura ufficiale del Congresso nella cattedrale della città. Su una grande tribuna rivestita di velluto cremisi, il Legato pontificio, con un aulico discorso in latino, sottolineò l’importanza del Congresso richiamando altresì alcuni grandi ricordi eucaristici legati alla città di Colonia. Città che, continuò il Legato, poteva essere considerata la nuova Betlemme dal momento che l’una e l’altra avevano accolto i Magi venuti ad adorare il bambino.

    Il cardinal Fischer rivolse un discorso di ringraziamento ai numerosissimi fedeli che si accalcavano dentro e fuori la cattedrale ed aggiunse alcune parole di benvenuto al gruppo francese e ai numerosi vescovi presenti.

    Subito dopo il professor Esser, dell'Università di Bonn, tenne una dotta lezione sull'Eucaristia e sui dogmi della fede cattolica insistendo che, poiché il Santissimo Sacramento è il mistero della fede che più impegna la ragione umana, solo una fede sincera nell'Eucaristia può permettere di accogliere con fede tutti gli altri dogmi. Dopo di lui Thellier de Poncheville, antico deputato francese, presentò l’Eucaristia come la fonte principale della carità cristiana. A questo punto era ormai scesa la sera e la folla fu congedata in fretta per permettere all’eloquente vescovo di Treves di tenere il suo intervento previsto per le 8 di sera. Altre chiese della città furono designate come centri di accoglienza e di riunione per i pellegrini di lingua inglese, francese, spagnola e polacca. Per la prima volta nella storia dei Congressi, infatti, si tenero delle sessioni speciali  per le lingue maggiormente rappresentate: francese, spagnolo, inglese, italiano, olandese e polacco.

    Nel corso dell’Assemblea Generale del 4 agosto, secondo giorno del Congresso, il cardinal Ferrari di Milano si è attirò la simpatia degli ascoltatori con la sua brillante e sposizione. Dopo di lui Meyerberg, uno degli oratori più in voga del momento, presentò l’Eucaristia come fonte di unità della Chiesa e M. Prum, deputato del parlamento lussemburghese dimostrò, in lingua francese, il valore sociale del Santissimo Sacramento additando quale esempio di fortezza i cinquantamila sacerdoti francesi che in quegli anni “si rifiutavano di obbedire a Cesare invece che a Dio” ( il riferimento era alla “legge di separazione” volute dal governo francese e fortemente avversata da Pio X e dal clero d’oltralpe). Dopo di lui il professor Gisler presentò  «L’Eucaristia come sacramento»; il dottor Donders «L’Eucaristia come sacrificio» e, da ultimo, il professor Mausbach «L’Eucaristia e la perfezione cristiana».

    Alla terza Assemblea Generale del 5 agosto, l’arcivescovo Amette di Parigi presentò anzitutto i saluti dei molti vescovi francesi che non poterono partecipare al Congresso a causa degli impegni pastorali. Poi fece riferimento alle difficoltà attraverso le quali la Chiesa di Francia stava passando ringraziando le comunità tedesche per la loro solidarietà e simpatia. Dopo di lui, altri oratori trattarono diversi aspetti dell’Eucaristia come fonte di carità, ispirazione dell’arte cristiana, soluzione della questione sociale e nutrimento della fede. In chiusura il Legato pontificio volle sottolineare che la pietra di paragone della vera fede e della vera devozione è la fedeltà dei cattolici alla Sede romana.

    Con lodevole lungimiranza anche le sessioni letterarie furono divise in due: una per la lingua francese ed una per quella tedesca. Nella sezione francese i diversi interventi sottolinearono l’importanza della comunione quotidiana, delle messe di suffragio, delle diverse associazioni eucaristiche, della glorificazione dell’Eucaristia attraverso l’arte, dell’uso del canto gregoriano.

    L’intervento più interessante di questa sezione fu quello pronunciato da François Veuillot, direttore del giornale L’Univers di Parigi, valoroso campione della fede e prolifico scrittore, sul tema «L’Eucaristia e la stampa». Il fine che i Congressi Eucaristici si propongono – diceva il giornalista – è quello di propagare con tutti i messi la devozione verso il Santissimo Sacramento. Ebbene, , ai nostri giorni, il mezzo più efficace per raggiungere questo fine è la stampa. Esaminava perciò il ruolo disimpegnato dalla stampa cattolica  nella diffusione del culto eucaristico e rispondeva che aveva fatto poco o nulla. Con l’eccezione di alcune notizie intorno alle manifestazioni più solenni dei congressi, i quotidiani anche cattolici  non parlavano quasi mai dell’Eucaristia e quando, con tali inesattezze che sembrava darle solo un’attenzione secondaria.  Questa analisi fu sostenuta anche da Paul Feron Vrau, direttore del quotidiano cattolico La Croix. Sullo stesso registro il padre Couet, della congregazione del Santissimo Sacramento, lesse un’informazione sulla «Letteratura eucaristica popolare».

    Nella sezione tedesca si dovrà ricordare soprattutto l’intervento del dottor Brant, professore presso l'Università di Bonn, sullo sviluppo storico della devozione al Santissimo Sacramento. Il principe Max di Sassonia, professore all'Università di Friburgo, Svizzera, uno dei più noti orientalisti del suo tempo, presentò l’insegnamento eucaristico di san Cirillo di Gerusalemme.

    Nella sezione dedicata ai sacerdoti furono presentati documenti illuminanti sulla liturgia, la comunione frequente, la confessione settimanale, l’assistenza alla Messa, la musica sacra, il rapporto tra Eucaristia e circoli operai.

    Dopo tante ed interessanti sessioni di studio, era giunta l’ora del trionfo del Santissimo Sacramento. La processione del Santissimo Sacramento nella giornata finale di domenica 8 agosto fu un vero trionfo di pietà. Molto prima dell'alba la stazione cominciò a rigurgitare migliaia di pellegrini giunti dalle regioni circostanti e poi dalla Francia e dal Belgio. Il solenne pontificale fu celebrato dal Cardinale Vannutelli, alla presenza dei cardinali  Fischer, Mercier e Ferrari, di  40 vescovi, quindici abati mitrati, il capitolo della cattedrale, centinaia di sacerdoti e un incredibile affollamento di fedeli. Più di mezzo milione di stranieri erano presenti in quel giorno a Colonia per rendere omaggio al Signore.

    La città era stata riccamente decorata: dalle case pendevano festoni e ad ogni finestra c’era una candela accesa. Decine di archi di trionfo erano stati innalzati lungo il percorso della processione mentre le strade, secondo la moda italiana, erano state cosparse di sabbia gialla  su cui i bambini avrebbero gettato i fiori appena prima del passaggio del Sacramento.

    Lungo otto chilometri sfilarono in processione trentamila uomini rappresentanti di associazioni cattoliche, circoli operai, movimenti, con i rispettivi gruppi musicali, mentre donne e bambini si affollarono lungo il percorso formando una muraglia umana a destra e a sinistra. Sfilarono le associazioni cattoliche, poi quelle degli apprendisti, le società operaie rappresentanti l’industria e i distretti minerari, le delegazioni delle confraternite cittadine. La sfilata dei gruppi di pellegrini stranieri era capeggiata da centinaia di polacchi  con le loro bandiere colorate seguiti dalle delegazioni olandesi, inglesi, italiane, spagnole e belghe, da un nutrito gruppo di francesi e da alcuni irlandesi.

    oi in cappa e tocco venivano i professori e gli studenti delle differenti università tedesche ed alcune suore del Belgio, uniche donne ammesse in processione. Dietro di loro sfilavano il clero, i canonici, i prelati , i vescovi, il Cardinal legato  con il Santissimo Sacramento  circondato dai cavalieri di Malta e immediatamente seguito dai cardinali Ferrari, Mercier e Fischer. Finalmente venivano le autorità  municipali di Colonia ed i membri dei diversi comitati locali.

    Nella piazza Neumarkt, sontuosamente decorata, era stato eretto un altare dal quale fu impartita la benedizione eucaristica. Il corteo rientrò in cattedrale alle sette di sera, dopo cinque ore di processione. Nel suo discorso di chiusura il Cardinale Vannutelli presentò il suo alto tributo a Colonia assicurando che l’evento aveva scritto una delle pagini più mirabili della storia della città.

    Per avere un’idea del clima di straordinaria devozione creato da questa manifestazione finale, possiamo leggere la descrizione che ne fece mon.Vincenzo Scozzoli, vescovo di Rimini ai suoi fedeli nel bollettino ufficiale della diocesi (15 settembre 1909): «Eccoci al grandioso spettacolo della processione, per me e per molti altri nuovo, che non vedrò mai l’eguale in vita mia. Non è esagerazione ma verità quanto asserisco, osservato coi miei occhi… Siamo alle ore 14 e la processione muove dalla cattedrale, ove rientra alle 19 dopo il percorso di cinque ore lungo le vie principali della città. Attesa l’immensità della popolazione, le donne e moltissime associazioni cattoliche sono escluse dalla processione e restano allineate  tra due ali fittissime o meglio due eserciti sterminati di popolo che assiste devoto al lungo ed imponente corteo. Fra una selva di bandiere che si contano a più migliaia, tra soavi melodie di voci angeliche  e di trombe d’argento, incedono sacerdoti, religiosi, tutte le rappresentanze cattoliche e civili, Prelati, Vescovi e Cardinali  e infine il Legato Pontificio  recante il SS. Sacramento sotto ricco baldacchino. Più volte si arresta a benedire… Giunto il corteo nell’immensa Piazza Nuova, si presenta all’occhio tale uno spettacolo di fede che commuove profondamente… Sotto ricco padiglione innalzato come trono regale , assiepato da imperiali vessilli, il Cardinale solleva l’Ostia Santa a benedire un mare di teste. Non so dire l’emozione di quell’istante! I pensieri che si destano nell’anima credente! Una piccola Ostai, sotto le sembianze di pane, ha tanta virtù da muovere il mondo e piegarlo all’adorazione del vero Dio!... Ho portato la dolce impressione di uno spettacolo  mondiale di fede e di amore a Gesù in Sacramento, quale Colonia, la città di Germania profondamente cattolica, ha saputo presentare come sfida all’odierna incredulità, coll’impronta di una magnificenza eccezionale, che rivela tutta la grandezza e la virtù misteriosa del culto esterno».

 

Nella foto: Il Cardinale Fisher, arcivescovo di Colonia, partecipa alla processione final del COngresso.

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