AMSTERDAM.CAPO

 

27. AMSTERDAM (Olanda) dal 22 al 27 luglio 1924.

Organizzato da: Mons. Callier, vescovo di Harlem.

Presidente: Legato Pontificio Cardinale Willem Van Rossum e Mons. Heylen.

Segretari generali: Conte Henry d'Yanville, P. Willwm Van Dijk.

Tema degli studi:

La riparazione all'Eucaristia e per mezzo dell'Eucaristia.

L'Eucaristia e l'Olanda.

Un Congresso tra i calvinisti

    Nel 1880, quando gli organizzatori cercavano una sede per il primo congresso eucaristico internazionale, il pensiero si rivolse anche all’Olanda e, a tal fine, la signorina Maria Tamisier - che tanta. parte ebbe nell'origine di questi congressi - si recò ad Amsterdam. Ma quel terreno non sembrò ancora propizio e così il primo congresso fu celebrato a Lille.

    Ci vollero più di quarant'anni perché il Congresso raggiungesse finalmente Amsterdam. Lì esso fu celebrato con tanta solennità e con così buoni risultati da reggere al paragone con i congressi precedenti; anzi, ancor più ammirabile se si considera che, dopo quello di Londra, questo fu il secondo Congresso eucaristico a radunarsi in una città protestante, in gran parte calvinista.

    I cattolici olandesi ben meritarono l'onore che nella, loro terra fosse celebrato un Congresso eucaristico internazionale. Durante circa quattro secoli, essi hanno lottato e sostenuto persecuzioni per conservare intatta la fede dei padri. Privati delle loro splendide chiese, usurpate dai calvinisti, essi continuarono a riunirsi in qualche squallido rifugio pur di continuare a celebrare la Messa e a rendere omaggio all’Eucaristia. Appena ricuperata la libertà, poi, presero ad innalzare nuove chiese e, con un lavoro assiduo e tenace dettero alle opere cattoliche, soprattutto a quelle eucaristiche, un ampio sviluppo, mostrando già di frutti consolanti, presagio confortevole di ancor più abbondanti e celesti per l'avvenire.

    La città di Amsterdam era stata favorita, il 15 marzo 1345, da un memorabile miracolo eucaristico - una santa particola prodigiosamente rispettata dal fuoco – ed era la sede più adatta per il nuovo congresso poiché il piccolo centro in cui sei secoli or sono avvenne il prodigio, fu uno dei nuclei intorno a cui si formò la moderna capitale dei Paesi Bassi. «È noto infatti – scriveva il Santo Padre nel Breve apostolico indirizzato al Cardinal Legato – che il piccolo villaggio di pescatori quale era allora Amsterdam, crebbe gradatamente in grande città e fiorì… a cagione della moltitudine di persone che vi affluivano e vi prendevano ferma dimora, sia per devozione verso l'Eucaristia, sia spinte dalle grazie e dalle guarigioni prodigiose che vi si succedevano».

    Da quel miracolo ebbe origine anche la solenne processione, la Processione del Miracolo, con cui si ricordava ogni anno la data del prodigio. E quando, nel 1578, per il prevalere dei calvinisti, quella pubblica processione non fu più possibile, nacque tra i cattolici l’usanza notturna di ripercorrere in una Stille omgang, processione silenziosa, le vie che solevano essere percorse dall'antica processione. Tale commovente usanza era ancora viva perché, anche quell’anno, circa trenta mila fedeli realizzarono nottetempo quella singolare sfilata, ripetendo singolarmente preghiere e suppliche. Ancor prima dell’alba, poi, tutta quella gran massa di devoti si accostò alla mensa eucaristica nelle diverse chiese del centro prima di avviarsi al lavoro.

    Il lavoro di preparazione del Congresso fu guidato da Mons Callier, vescovo di Haarlem, mentre segretario generale fu il religioso agostiniano R. P. van Dijk. Il Vescovo di Harlem e monsignor Heylen, inviarono separatamente tutti i vescovi del  mondo, una lettera invitandoli a dare lustro con la loro presenza al XXVII Congresso Eucaristico Internazionale e ad esortare i loro sacerdoti e i fedeli a partecipare numerosi al Congresso.

    L’evento trovò dunque i cuori già pronti, tanto più che, nei mesi precedenti, si erano tenuti in tutto il Paese delle missioni popolari e dei solenni tridui di preparazione e si amplificò il culto d’adorazione all’Eucaristia

Una statua dalle braccia aperte

    L’arrivo di Sua Eminenza il Cardinal Guglielmo Van Rossum, figlio anch'egli dell'Olanda, Prefetto della S. Congregazione di Propaganda Fide e Legato di Sua Santità al Congresso, fu il lieto annunzio dell'entusiasmo che si dispiegò in quella settimana memorabile. Nel pomeriggio del 22 luglio, proveniente da Anversa per mare, il Legato si fermò allo sbocco del lungo e pittoresco canale, che congiunge Amsterdam col Mare del Nord e quivi, presso Ijmuiden ricevette l'omaggio della presidenza del congresso, con a capo Mons. L. Heylen, Vescovo di Namur. Centinaia di battelli che issavano la bandiera pontificia bianca e gialla, rigurgitanti di persone d'ogni ceto, circondarono la nave del Cardinale e la scortarono mentre dalle rive del canale giungevano, mescolati insieme, il suono delle campane, il canto e gli applausi entusiastici di tutto un popolo che aveva atteso varie ore per ricevere la benedizione del rappresentante del Papa.

    Sbarcato nella capitale, fu organizzata la processione che accompagnò il Cardinale van Rossum alla chiesa di San Wilibrord. La carrozza di gala, trainata da quattro magnifici cavalli, camminava tra due muraglie umane di spettatori che sfoggiavano il distintivo ufficiale del Congresso. Si calcola che fossero 500.000 le persone che si riversarono nelle strade, sulle rive dei canali per salutare il Legato pontificio.

    Il giorno successivo, mercoledì 23 luglio, Sua Eminenza, nella residenza offerta a lui e al suo seguito da un grande industriale di Amsterdam, ricevette Cardinali, Vescovi, Prelati, e la delegazione ufficiale della città di Amsterdam.

    Alla sera, alle ore 20, si tenne l'apertura ufficiale del Congresso nello Stadion, un vastissimo anfiteatro, sito in uno degli estremi confini della città e capace di circa 40.000 persone. Sull’ingresso era stata eretta una statua colossale del S. Cuore dalla braccia aperte che produceva un effetto sorprendente, mentre quattro angeli, due a ciascuna estremità del recinto, annunziavano con trombe simboliche la gloria del loro Re. Nel centro dell'arena si ergeva come un tempietto quadrato con l'altare e un trono ove prese posto il Cardinal Legato, circondato dagli altri sette Cardinali presenti - gli Eminentissimi Bourne, Piffl, Dubois, Bertram , Schulte, Reg y Casanova, Sincero - da Mons. Heylen, dai prelati e nobiluomini del seguito del Legato, e dai cavalieri di Malta che, durante tutto il congresso, gli fecero da scorta d'onore.

    Di fronte si innalzava la tribuna dei prelati che accoglieva i cinquanta Arcivescovi e Vescovi convenuti da varie nazioni d'Europa e delle Americhe, oltre ai numerosi dignitari ed abati. Tutt’intorno stava la folla dei congressisti. Un sistema di amplificazione con otto grandi altoparlanti disposti sulle otto facce del cupolino sovrastante il tempietto, trasmetteva a tutti gli astanti con mirabile precisione e chiarezza i discorsi pronunciati nel centro del recinto.

    Quella prima sera, ai discorsi di Mons. Heylen e di Mons. A. G. Callier, Vescovo di Haarlem, sotto la cui giurisdizione è posta la città di Amsterdam, seguì la lettura del Breve Pontificio e finalmente il Cardinal Legato, con accento commosso, dette a tutti il saluto del Sommo Pontefice, parlò della fede cattolica nella S. Eucaristia e ricordò le glorie eucaristiche di Amsterdam e di tutta l’Olanda.

    Nei giorni di giovedì 24 e venerdì 25 luglio, al mattino, nelle varie chiese destinate alle diverse delegazioni nazionali, si celebrarono solenni Messe pontifìcali presiedute da Cardinali o Vescovi. Poi, nel primo pomeriggio, cominciava il lavoro delle sezioni delle diverse nazionalità: olandese, americana, belga, francese, inglese, irlandese, italiana, polacca, spagnola e tedesco-austriaca. In esse importanti oratori del clero e del laicato, alla presenza dei Cardinali, Vescovi e Prelati dei propri Paesi, trattavano argomenti d'indole pratica, mentre gli olandesi presentavano una breve relazione sullo sviluppo delle Opere, eucaristiche in quel Paese.

    Tra le sezioni particolari, merita una speciale menzione quella dei riti orientali, nella quale Vescovi e Sacerdoti di quei riti, insieme con vari membri della Congregazione dei Riti orientali e il Preside del Pontificio Istituto Orientale di Roma, trattarono del culto eucaristico in quelle Chiese particolari.

    Non possiamo qui riferire né riassumere i discorsi, le conferenze, le celebrazioni, i ricevimenti, i concerti e gli altri festeggiamenti che occuparono quei pochi giorni. Gli Atti del congresso, pubblicati per le stampe, ne danno minuziosamente atto e ne conservano particolare memoria. Ricordiamo soltanto la comunione generale dei fanciulli, funzione sempre straordinaria, presieduta dal Vescovo di 'Haarlem, Monsignor Callier che, insieme con sedici sacerdoti, distribuì l’Eucaristia a circa ottomila fanciulli e ragazzi.

    La sera, nella generale assemblea adunata allo Stadio, tennero i discorsi di chiusura Mons. Heylen ed il Cardinale Legato, che elevò un inno di lode e di ringraziamento al Signore per il trionfale e insieme devoto esito del congresso.

Un giorno indimenticabile

    Ma il congresso non era ancora finito. La domenica 27 luglio doveva vedere il trionfo solenne della divina Eucaristia. Il tempo incerto dei giorni precedenti si cambiò in una splendida giornata di sole. Il vasto anfiteatro si riempì di devoti e riverenti spettatori per la messa pontificale del mattino e per la grande processione pomeridiana.

    Dinanzi al padiglione dell'altare, in un recinto che imitava la disposizione delle antiche basiliche romane, vi era il Cardinale Van Rossum con gli altri sette cardinali, oltre cinquanta vescovi, abati, prelati ed altri dignitari in gran numero; di fronte era riunito il coro di oltre due mila ragazzi delle scuole di Amsterdam, che eseguirono con mirabile precisione èd affiatamento le soavi limpide melodie gregoriane della Missa de Angelis.

    La messa del SS. Sacramento presentava all’Epistola quel passo della prima lettera di Paolo ai Corinti dove si narra l'istituzione dell'Eucaristia : «Ego enim accepi a Domino quod et tradidi vobis, quoniam Dominus Iesus in qua nocte tradebatur vaccepit panem et .gratias egit et dixìt: Accipite et manducate: hoc est corpus meum... Similiter et calicem postquam coenavìt dicens :'hic calix novum testamentum est in meo sanguine: hoc facite ... in meam commemorationem». Ora in mezzo al più profondo e religioso silenzio della moltitudine convenuta in quel tempio che aveva per volta il cielo, questa Parola di Dio confermò nella fede i presenti. Davvero la Messa pontifìcale di quella domenica, 27 luglio apparve come il culmine di tutto il Congresso, per l'altissimo significato del divino sacrificio offerto per il bene della Chiesa universale e per l'Olanda fedele.

    Il Santo Padre Pio XI, unito in spirito a quelle consolanti manifestazioni di fede, inviò un telegramma augurando che «Gesù nella SS. Eucaristia estenda sempre, il suo regno d'amore e di pace fraterna nei cuori di tutti, delle famiglie e di tutta l'umana società».    

    Coronamento e termine definitivo delle feste doveva essere poi nel pomeriggio dello stesso 27 luglio la processione eucaristica, alla quale erano parteciparono circa 80 mila persone. Sfilarono gli innumerevoli vessilli delle Associazioni cattoliche, Terziari di S. Francesco, Confraternite, maestranze d'artisti d'ogni genere accorsi dalla città e dalle provincie, i pescatori dello Zuidersee nei loro costumi pittoreschi, i consiglieri cattolici di tutti i comuni d'Olanda, il gruppo dei deputati cattolici con il Presidente della Camera, il primo ministro d'Olanda con gli altri due ministri cattolici. Seguivano, poi, i membri di più di trenta congregazioni e ordini religiosi; indi il clero secolare, gli abati, i Vescovi. Quindi veniva il Santissimo - portato dapprima dal Card. Bourne e, poi dal Cardinale Legato - mentre i Cavalieri di Malta sorreggevano le aste del baldacchino.

    Dopo aver attraversato lo stadio, la processione uscì dal recinto per percorrere il perimetro esterno del grande anfiteatro e soddisfare la folla immensa che vi si accalcava, rientrando quindi dopo circa un'ora.

    Cantato il Te Deum, il Legato, impartì la benedizione ripetuta quattro volte, in tutte le direzioni del recinto. Quando il rito religioso fu compiuto, l'immensa folla non poté più contenersi, e tutti. a una voce intonarono l'inno cattolico: «Aan U Koning der Eeuwen, A Voi, Re dei secoli».

    In quel tramonto indimenticabile, quella folla immensa a poco a poco si disperse. I quasi 30.000 pellegrini stranieri riconobbero l’ospitalità e la generosità del popolo olandese e ne ammiravano la sincera pietà. I cattolici d'Olanda videro in quel trionfo la ricompensa più ambita ai loro sacrifici e alla loro costanza, insieme con la speranza di un sempre più lieto avvenire.

 

Nella foto di testa: il Congresso di Amsterdam fu celebrato nello Stadion, un vasto anfiteatro, situato ai confini della città e capace di circa 40.000 persone.

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