CHICAGO.CAPO

 

28. CHICAGO (USA) dal 20 al 24 giugno 1926.

Organizzato da: Card. Mundelein, arcivescovo di Chicago.

Presidente: Legato Pontificio Cardinale Giovanni Bonzano e Mons. Heylen.

Segretari generali: Conte Henry d'Yanville, Sig. Charles Quille.

Tema degli studi:

L'Eucaristia e la vita cristiana (in 15 soggetti).

La scelta di Chicago

    Nel dicembre 1674 un gesuita francese, Fr Marquette, raggiunse la riva del lago Michigan, allora deserto, e su un altare improvvisa, su quello stesso riva si celebrerà il ventottesimo Congresso Eucaristico Internazionale di Chicago e i fedeli che si comunicheranno saranno oltre un milione.

    A metà dell’Ottocento, Chicago non era altro che un villaggio conosciuto come Fort Dearborn ma nel 1926 era la seconda città degli Stati Uniti e la quarta del mondo per i suoi tre milioni di abitanti, un terzo dei quali cattolici distribuiti in 240 parrocchie caratterizzate dalle diverse nazionalità degli immigrati: 32 per i polacchi, 32 per i tedeschi, 12 per italiani, 9 per i boemi, 9 per i lituani, 8 per i britannici, 7 per gli slovacchi, cinque per i franco-canadesi, 4 per i croati, ecc.

    La forza del cattolicesimo a Chicago era ben rappresentata dall’Arcivescovo, il Cardinale Mundelein, uomo straordinario per iniziative e realizzazioni cui si deve  fondazione del seminario di S. Mary of the Lake, nel bel mezzo di una vasta tenuta di 480 ettari, per la formazione del clero diocesano.

    Toccò al Cardinal Bonzano rappresentare il Papa come suo Legato. Il porporato si imbarcò a Cherbourg a bordo della “Aquitania” della Linea Cunard e giunse a New York l’undici giugno. Una flotta che inalberava i colori pontifici lo attendeva nella baia per offrirgli il benvenuto del popolo americano e scortarlo in città. Dopo il suo sbarco si organizzò una imponente processione, preceduta da polizia a cavallo che si diresse alla Cattedrale di San Patrizio tra una folla incalcolabile che acclamava il Cardinale mentre dai grattacieli cadeva sul corteo una pioggia di coriandoli e stelle filanti. Allo splendido corteo presero parte un intero reggimento di soldati, in massima parte irlandesi, che rese gli onori delle armi, insieme con i collegi e le università cattoliche di New York con i rispettivi vessilli e bande musicali. Infine, dopo una schiera di centinaia di Cavalieri di Colombo, venivano il clero, i vescovi e i cardinali presenti a New York. La grande metropoli non aveva mai visto una simile manifestazione in onore del rappresentante del Papa.

    I sindaci delle città di New York e di Chicago, i governatori degli stati di New York e dell' Illinois e il rappresentante del presidente Coolidge, si dissero lieti di accogliere il Legato pontificio e grati al Sommo Pontefice per la scelta di Chicago come sede del Congresso Eucaristico Internazionale.

Il "Treno rosso"

    Il 16 e il 17giugno un treno speciale, chiamato “Treno rosso” per il colore delle carrozze color porpora con fregi in oro, trasportò da New York a Chicago il Cardinale Legato e gli altri Cardinali che dovevano partecipare al Congresso. Il treno avanzò giorno e notte davanti tra folle che gremivano le stazioni per acclamare con entusiasmo. Riflettori potenti illuminavano di notte il treno consentendo agli spettatori di guardare il passaggio del rappresentante del Papa mentre nelle chiese di tutti i villaggi attraversati le campane suonavano a festa . Il 17 giugno il “Treno rosso” giunse alla stazione centrale di Chicago. Il Legato, insieme ai nove cardinali che lo accompagnavano, fu accolto trionfalmente e condotto in corteo alla Cattedrale con straordinaria solennità. La sfilata durò un'ora e mezza tra 200.000 spettatori.

    Nel pomeriggio ci fu un ricevimento nel Coliseum, la grande sala famosa negli annali politici del paese, ed è lì che il ministro del Lavoro lesse il messaggio del Presidente Coolidge al Legato Pontificio, omaggio alla Chiesa cattolica e all' indiscusso prestigio del papato.

    In tutta la vastissima città sulle rive del lago Michigan vi era un trionfo di bandiere bianche e gialle intrecciate con le bandiere degli Stati Uniti; e poi festoni, ghirlande attorno a migliaia di scudi ovali dov,e su campo azzurro, s'innalzava un ostensorio fiancheggiata dai due medaglioni del Papa e del Card. Mundelein. Non c'era strada, né edificio che non portasse trofei e non spiegasse bandiere al vento non solo in tutta la città ma anche nelle strade dei sobborghi e nelle fattorie. Perfino l'incrocio delle due vie principali, Madison e State, che rappresentavano allora il centro finanziario del mondo, era fitto di decorazioni e persino le migliaia  di automobili che riempivano le strade sventolavano bandierine in segno di festa.

    Nella notte tra il 19 e il 20 giugno, su iniziativa della sezione francese, il Congresso Eucaristico si aprì con un ora solenne di adorazione nella chiesa dei Padri Sacramentini e, appena passata la mezzanotte, nella stessa chiesa di Notre-Dame, sua Eminenza il Cardinale Charost, Arcivescovo di Rennes, celebrò la prima Messa del Congresso Eucaristico. La mattina successiva, una Messa solenne fu cantata in ciascuna delle 367 chiese dell’archidiocesi e un milione di cattolici si avvicinò all’Eucaristia. Di seguito, alle ore 11, nella Cattedrale dedicata al Santo Nome si svolse la cerimonia di apertura ufficiale del Congresso con la lettura del  “breve” pontificio cui seguì il pontificale celebrato da Mons. Heylen, presidente del Comitato permanente, alla presenza di 10 Cardinali, 300 arcivescovi e vescovi, 17 abati mitrati, 3 prefetti apostolici, 7 superiori generali di ordini e 5.000 sacerdoti.

Una formidabile organizzazione

    Le assemblee si tennero nello Stadium (o Soldiers'Field), un’immensa arena di forma ellittica costruita in memoria dei soldati americani caduti nella Grande Guerra. Questo Stadium è una grandiosa costruzione aperta a ferro di cavallo, a modo di circo romano, coronata da enormi porticati classici, con circa 160 mila posti a sedere; nell'arena possono prender posto sedute altre 70 mila persone e gli spazi tra l'arena e l'entrata sono capaci di contenerne altri 80 mila.

    Non essendo ancora compiuto, si supplì alla parte ancora mancante con grandi costruzioni in legno. Dalla parte dell'entrata era stato innalzato un grandioso altare dorato, sul disegno di quello di S. Paolo fuori le mura a Roma, sollevato di circa una cinquantina di gradini dal terreno. Tutto era ornato con semplicità e gusto da emblemi Eucaristici, da fiori bianchi e gialli, da bandiere e da festoni. La prima Assemblea Generale si tenne la sera di lunedì 21 giugno alle ore 22. Vi presero la parola, nelle rispettive lingue, il Cardinale Faulhaber di Monaco, l'onorevole David Walsh, il cardinale Dubois di Parigi, e l'Arcivescovo Mannix di Melbourne.

    Allo Stadium si tennero poi tutte le altre adunanze generali con la celebrazione pontificale della Messa nella mattina di lunedì, martedì, mercoledì (21-23 giugno) e la benedizione eucaristica la sera di martedì 22 giugno. In tutte queste occasioni si radunarono più di 300 mila congressisti mentre altrettanti si affollarono attorno allo Stadio. Si è calcolato che quasi un milione di persone fossero in movimento dentro e attorno lo Stadio durante le riunioni generali. Queste riunioni erano presiedute dal Cardinale Legato, dagli altri Cardinali e Vescovi presenti, da migliaia di sacerdoti, religiose e religiosi.

    Tra gli avvenimenti più importanti ricordiamone almeno alcuni. Lunedì 21, in occasione dellagiornata dei fanciulli”, il Cardinale Bonzano  celebrò la Messa Pontificale davanti a 62 mila fanciulli e fanciulle delle scuole parrocchiali cattoliche americane, tutti vestiti in bianco e giallo che cantarono all'unisono la Missa de Angelis. Il meraviglioso concerto delle migliaia di voci argentine,  rapito dal vento che soffiava impetuoso quella mattina, tenne lontana la tempesta che si annunciava all’orizzonte.

    L’incontro del mattino successivo fu dedicato alle donne che si radunarono in moltitudine sterminata, circa un quarto di milione. Poi, la sera di  quello stesso giorno martedì 22 giugno, mentre scendeva la notte sopra la grande città, una schiera impressionante di uomini si si unì per una toccante e impressionante cerimonia. Tale adunanza notturna fu la più numerosa e anche la più significativa di tutte le altre del Congresso. Tutto lo Stadio, illuminato da grandi fari elettrici, era gremito; la maggior parte dei quattrocentomila uomini era formata dagli iscritti alla Holv Name Society che conta in tutti gli Stati Uniti circa tre milioni di associati; i restanti erano congressisti delle varie nazioni. Perciò alcuni discorsi furono tenuti in italiano, tedesco, spagnolo e polacco, gli altri in inglese, da cardinali, da vescovi e da personaggi insignì del laicato. Alla fine, il presidente della “Società del Santo Nome” dopo un eloquente discorso, invitò la moltitudine degli associati a ripetere solennemente e pubblicamente le lodi al Santo Nome di Dio e l’impegno formale di fede verso la presenza di Gesù Cristo nell’Eucaristia.

    Alla voce del presidente, rispondeva  la poderosa ondata di quelle centinaia di migliaia di voci virili, ripetendo: «Dio sia benedetto  - Benedetto il suo Santo Nome! - Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo!... Credo tutte le sacre verità che la Santa Chiesa Cattolica crede e insegna. Proclamo il mio amore al Vicario di Gesù Cristo in terra. Prometto di dar buon esempio nella pratica costante della mia fede...».

    Alla fine dell’adunanza, ecco, come per incanto, accendersi centinaia di migliaia di fiaccole in mezzo a tutta quella moltitudine. Ognuno teneva una o anche due candele accese in mano, spettacolo grandioso e pittoresco che rallegrava il cuore per il vivo significato di fede e amore a Gesù Sacramentato, che in quel momento veniva a benedire il suo popolo raccolto da tutte le parti del mondo per onorarlo pubblicamente.

    Il mercoledì “Higher Education Day”,vide l'arena coperta delle schiere di giovani studenti e studentesse con i loro professori. Erano i rappresentanti delle 19 università  e dei 120 colleges cattolici degli Stati Uniti. Insieme a loro assistettero alla Messa pontificale i loro genitori e i congressisti, che riempivano le gradinate e gli altri spazi dello Stadio.

Nella patria delle libertà

    La stampa riconobbe, unanimemente, così come le autorità costituite, il grande valore religioso del Congresso Eucaristico. «La politica è rimasta fuori: non è un'adunanza di masse, né un congresso politico» dichiarava solennemente, nella prima pagina del numero del 22 giugno, la Chicago Tribune sotto una foto che presentava le immense folle dello Stadium dominato dall'altare dell’Eucaristia.

    A decine e decine i giornalisti movevano quasi all'assalto di ogni corteo e funzione sacra con macchine fotografiche e cinematografiche per riprendere il Legato, i Cardinali ed ogni particolare di questo spettacolo nuovo per l'America, e riportarlo poi a pagina intera su giornali e riviste. Nello stesso tempo, nel settore riservato alla stampa, altre centinaia di giornalisti,  per mezzo di telefoni e telegrafi portatili, erano in comunicazione con le redazioni dei rispettivi giornali che uscivano appena qualche ora dopo la fine delle celebrazioni.

    Per portare la voce degli oratoti ad una moltitudine così sterminata in quell’anfiteatro lungo circa 430 metri, era stato installato un imponente apparato di altoparlanti che faceva risuonare ovunque, chiari e distinti, parole e canti. E così, sul vasto prato del Grant Park, a mezzo chilometro dallo Stadium, molti fedeli stavano devotamente inginocchiati intorno agli altoparlanti che  ripetevano fedelmente i canti della Messa,  le armonie dell'organo, le parole del celebrante e il segno della consacrazione dato dalle trombe di argento.

La processione finale

    Giovedì 24 giugno si tenne la processione di chiusura a St. Mary of the Lake, l’immenso parco dove si innalzano i grandi edifici del Seminario arcivescovile. È là, a quaranta miglia dal caos della grande città, che il cardinale Mundelein avevano convocato la moltitudine dei fedeli per l’atto conclusivo del Congresso.

    Nove autostrade e tre linee ferroviarie furono appena sufficienti per trasportare a St. Mary centinaia di migliaia di pellegrini che vollero prendere parte alla solenne manifestazione di fede. L'esodo da Chicago era iniziato il mercoledì; più di 25 mila vetture furono parcheggiate intorno al lago e servirono di riparo durante la notte ai loro occupanti.

    Alcuni giornali, come il Chicago Examiner e il Chicago American, scrissero di un milione di persone convenute a Mundelein; un altro giornale, la Chicago Tribune, tirando le somme dai numeri dati dalle varie linee ferroviarie ed elettriche, dai bus e dalle migliaia di automobili che percorsero le autostrade, calcolava la presenza di poco più di mezzo milione di persone.

    La processione, alla quale prendevano parte fedeli provenienti da ogni parte del mondo, si mosse alle ore 14. Mentre il trionfo dell’Ostia divina giungeva al suo culmine, improvvisamente il cielo si coprì di nuvoloni, il tuono cominciò a rombare a distanza ed una pioggia torrenziale, durata circa 20 minuti, inzuppò ogni cosa: le ricche bandiere, gli ornamenti dei prelati e la porpora dei cardinali. Ma la fede dei congressisti fu più forte perché invece di seminare la confusione nella processione, la pioggia fu un nuovo stimolo per intensificare la pietà della folla. Tutti i partecipanti, dal primo all'ultimo, compresi i Cardinali in porpora e i Vescovi in piviale, a capo scoperto, procedettero tranquillamente.

    Mentre il vento ululava, tutti cantavano un cantico d’ azione di grazie: «Holy God we praise Thy Name, Santo Dio, noi esaltiamo tuo nome». Il cielo ascoltò  l'appello dei fedeli e ben presto la tempesta si placò e riapparve un sole splendente. Il glorioso corteo si concluse con la benedizione di Gesù nel Santissimo Sacramento sulla folla sterminata.

    Quanti parteciparono al Congresso di Chicago ricevettero l’impressione di avere assistito ad una delle più grandiose dimostrazioni di fede cristiana ricordate dalla storia. Corrispondono quindi perfettamente alla verità le dichiarazioni del Card. Mundelein pubblicate da tutti i giornali: «Alla fine di questo Congresso, che è stato una delle più grandi manifestazioni religiose ricordate dalla storia, sento di dover ringraziare il mio clero e popolo e tutti quelli che hanno lavorato con tanto ardore e zelo per il trionfo del Signor Nostro Gesù Cristo nel mistero fondamentale della fede cattolica. Pochi di noi hanno assistito a tante manifestazioni di fede e devozione quante ne abbiamo viste in questi giorni con i nostri occhi e probabilmente non vedremo più nel resto della nostra vita. La città intera ne ha ricevuto gran bene, e ne risentiranno i buoni effetti tutte le altre parti della nostra terra. Gli stranieri ne riporteranno le più belle impressioni, anche per la benevola ospitalità e cortesia della cittadinanza non cattolica, a segno che molti di essi hanno dichiarato di essersi trovati a casa loro come in una città cattolica della loro patria. lo credo che tutti, anche quelli di altra fede, riconosceranno con me che i giorni del Congresso Eucaristico sono stati un tempo di copiose grazie e abbondanti benedizioni, e che ora di nuovo realmente il Signore ha camminato in mezzo al suo popolo».

    E Mons. Heylen, presidente del Comitato permanente per i Congressi aggiungeva: «Per il numero degli intervenuti, questo ventottesimo Congresso Eucaristico Internazionale ha sorpassato ogni altra adunanza in onore del SS. Sacramento. Le grandi adunanze alle Messe nello Stadio e la gigantesca assemblea degli uomini sotto gli auspici della Società del Santo Nome, la sera di martedì, furono memorabili avvenimenti storici. Il Congresso Eucaristico di Chicago - il più grandioso di tutti i precedenti - dimostra bene l'amore e la fede viva nel Mistero centrale della nostra religione».

 

Nella foto di testa:  una delle assemblee congressuali tenute allo Stadium (o Soldiers'Field), un’immensa arena di forma ellittica, a modo di circo romano, con circa 160 mila posti a sedere sugli spalti, 70 mila nell'arena e altri 80 mila tra l'ingresso e l'uscita.

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