LONDRA.CAPO

 

19. LONDRA (Gran Bretagna) dal 9 al 13 agosto 1908.

Organizzato da: Mons. Bourne, arcivescovo di Westminster.

Presidente: Cardinale Vincenzo Vannutelli, Legato Pontificio e Mons. Heylen.

Segretari generali: M. Delcourt-Haillot, rev. Bouquerel,

i monsignori Butt, Carton de Wiart, Jackman, sir John Gilbert.

Tema degli studi:

L’Eucaristia nella storia d’Inghilterra; la sua difesa contro i protestanti;

la comunione frequente.

 

    Fu con una certa trepidazione che un certo numero di congressisti provenienti dal Continente si misero in viaggio verso la città di Londra. Quando il nome della metropoli inglese cominciò a circolare a Metz come sede del XIX Congresso Eucaristico Internazionale,  la scelta sembrò un po’ azzardata. Come celebrare un’assemblea eucaristica mondiale nella capitale di un impero in cui la Chiesa anglicana nata dalla Riforma protestante era Chiesa di stato? Non era un’imprudenza onorare l’Eucaristia con tutta la solennità del cerimoniale cattolico ed inviare un Legato Pontificio in un Paese in cui il solo nome del Pontefice suscitava il grido «No popery»?

    Ma il Comitato permanente non retrocesse: voleva che il mistero Eucaristico venisse glorificato nella capitale dell’impero britannico ricordando così ai fedeli inglesi l’idea di quella che era la loro patria quando ancora si onorava del titolo di «Dowry of Mary – Dote della Vergine Maria».

    La data del Congresso fu fissata per il mese di settembre del 2008 affinché  ci fosse una certa distanza dallo svolgimento della quarta edizione dei Giochi olimpici che si dovevano tenere nel mese di luglio.

    Mercoledì 9 settembre, il Cardinale VincenzoVannutelli, designato per la quarta volta come Legato pontificio, attraccò con il suo seguito al Molo dell’Ammiragliato di Dover. Erano passati 350 anni da quando un altro cardinale,  Reginald Pole, era stato ricevuto per l’ultima volta sul suolo britannico. Grande, poi, dovette essere il suo stupore quando giunto col treno nel cuore di Londra, a Charing Cross, trovò ad attenderlo una marea di gente guidata da numerosi membri del clero capeggiati dall’Arcivescovo di Westminster e dal duca di Norfolk.

    Sorpreso dall’entusiasmo dei presenti, scendendo dal vagone ferroviario il porporato disse in italiano: «Per la prima volta, dopo tanti anni, un Legato Pontificio è stato inviato qui dal Santo Padre. Il dovere e l’onore di rappresentarlo ricade su di me ed è con grande piacere che io sono venuto a Londra. Vi ringrazio per la calda accoglienza in questa magnifica città; non mancherò di informare il Santo Padre dell’accoglienza così generosa che ho ricevuto in questa terra di libertà e di tolleranza. Al Congresso auguro ogni successo: esso segnerà una svolta epocale nella vita religiosa del Paese».

    La solenne aperture del Congresso ebbe luogo la sera stessa nella cattedrale di Westminster non ancora del tutto completata. Nella grande chiesa neoromanica in cui cominciavano a risplendere i primi mosaici dorati, il Legato era atteso da sei cardinali (Ferrari di Milano, Gibbons di Baltimora, Logue di Armagh, Sancha y Hervas di Toledo, Mathieu dell’Accademia Francese, Mercier di Malines) 15 arcivescovi e 75 vescovi provenienti da ogni parte del mondo insieme a numerosissimi sacerdoti e ad una grande folla che gremiva il tempio e le sue adiacenze.

    A tutti costoro il Cardinale Vannutelli indirizzò un lungo discorso inaugurale in lingua latina dicendo, tra l’altro:  «Di fronte a tanti felici auspici, questo congresso di numerose nazioni riunite qui a Londra avrà risultati non meno fruttuosi degli altri che lo hanno preceduto. Su tutti noi ricade il compito fare qualcosa per portare avanti il rinascimento di quell’età eucaristica che fu un tempo così caratteristica  di quest’isola di santi. Così che chiarito ogni dubbio, sopita ogni contesa, rimosse le tenebre dell’errore, gli occhi di tutti si volgano verso l’eterna luce della fede, di quella fede che nei tempi antichi fu una delle cose più preziose per i vescovi e i re, per i nobili e il popolo d’Inghilterra».

    La giornata congressuale di giovedì 20 settembre iniziò con la Messa pontificale celebrate dall’Arcivescovo di Parigi, accompagnato dal coro dei pellegrini di lingua francese, fiamminga e spagnola. Venerdì mattina, dutante la celebrazione dell’arcivescovo di Utrecht, il canto fu affidato ai pellegrini olandesi e tedeschi. Sabato 12 settembre l’archimandrita della chiesa melchita di Parigi officiò la Santa Liturgia di San Giovanni Crisostomo.

    Dopo la Messa in cattedrale, giorno dopo giorno, si tennero le sessioni di studio sia in Inglese che in Francese. Gli organizzatori avevano stabilito che gli studi preparati per essere letti ad un Congresso Eucaristico radunato nella captale dell’Inghilterra protestante dovessero avere per oggetto l’Eucaristia nelle sue relazioni con la storia di quel Paese. Su questa linea, nel corso del Congresso, andarono le relazioni: Dom Gasquet parlò su L’Eucaristia nei tempi che precedettero la Riforma in Inghilterra; il Canonico Moyes su La Messa e la Riforma protestante; Mons. Keating intorno a I martiri inglesi e l’Eucaristia; il visconte Llandaff su La dichiarazione reale contro la transustanziazione; p. Bachelet su La dottrina del Venerabile Beda intorno all’Eucaristia. Allo stesso campo di ricerca si aggiunsero gli studi dei padri benedettini dell’Abbazia di Farnborough su I riti di consacrazione nella liturgia celtica, Le benedizioni nella liturgia anglo-sassone e Gli altari bretoni.

    Un secondo gruppo di conferenze fu ispirato dal soggetto della comunione frequente. Era infatti naturale che il Congresso di Londra se ne occupasse dopo le recenti decisioni pontificie a questo proposito. Infine altre memorie ebbero come oggetto la spiegazione e la difesa delle dottrine della Chiesa sull’Eucaristia. Lasciando da parte le comunicazioni di carattere più pratico che pure trovano il loro senso nello svolgimento di questi eventi, i Congresso di Londra  merita un posto del tutto particolare per la qualità dei lavori presentati. Inutile dire che l’accoglienza del pubblico fu sempre straordinaria. Nonostante l’ampiezza delle sale in cui si tenevano le sessioni, centinaia di persone dovettero seguire gli interventi rimanendo in piedi mentre molte altre non riuscirono neppure ad entrare nelle sale dove si tenevano le sessioni.

    Una menzione speciale meritano le assemblee generali realizzate  nella Albert Hall, dove si riunirono, sera dopo sera, 12 mila uomini per conoscere, attraverso le parole dei presuli del vecchio e del nuovo mondo, la diffusione del culto eucaristico dall’Europa all’Australia e alle Americhe.

    Le cronache dei quotidiani londinesi suscitarono viva sorpresa nel riferire lo spettacolo di sabato 13 settembre quando 20 mila bambini di scuole e parrocchie cattoliche sfilarono per un’ora e mezzo davanti al Cardinal Legato intonando inni religiosi, acclamando il Santo Padre e sventolando bandiere su cui era impresso l’oggetto delle loro preghiere e dei loro sacrifici: «God convert England».

    Il momento più difficile per il Congresso venne sabato sera, quando già tutti si stavano preparando per la tradizionale processione conclusiva. Il primo ministro, cedendo alle pressioni delle lobby protestanti, fece saper in modo riservato all’arcivescovo di Westminster che desiderava che la processione non si tenesse.  Mons. Bourne non si lasciò trasformare in capro espiatorio e davanti a quanti,quella sera, affollavano la Albert Hall rivelò di aver ricevuto la comunicazione del governo spingendo così le autorità ad assumersi le loro responsabilità. Naturalmente la scelta del governo suscitò le proteste indignate di tutti i cattolici mentre anche i grandi giornali londinesi manifestarono la loro sorpresa.

    Per evitare ogni azione che potesse risultare illegale si decise così che la processione si sarebbe tenuta intorno alla cattedrale e che la benedizione si sarebbe stata data alla folla riunita dall’alto del tempio. Così domenica pomeriggio, intorno a Westminster, sfilò un lungo corteo composto da trentamila uomini, millecinquecento sacerdoti, i Pari cattolici della Gran Bretagna guidati dal duca di Norfolk e dal marchese di Ripon, già viceré delle Indie. Seguivano un centinaio tra arcivescovi e vescovi, i Cardinali in cappa magna e il Cardinal Legato. Spettacolo straordinario che non si era visto in Inghilterra da tre secoli.

    Terminata la sfilata, la moltitudine continuò ad affollare la piazza e le vie adiacenti in attesa che il Legato Pontificio apparisse sulle alte logge con il Santissimo Sacramento. Emozionante fu il momento in cui quella marea di gente intonò all’unisono il Tantum ergo alla fine del quale il Cardinale Vannutelli benedì i presenti con l’ostensorio rilucente dapprima dalla loggia centrale e poi dalle logge nord e sud della Cattedrale.

 

Nella foto di gruppo, i prelati partecipanti al Congresso di Londra, fanno corona intorno al Legato Pontificio, il Cardinale Vannutelli.

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